Archivio della categoria 'Quaderno n.03 / 2006'
Possibili evoluzioni nella cura del cancro 2004-2010: ripercussioni sulle assicurazioni
Riassunto
La prevalenza del cancro è destinata a rafforzarsi nettamente a seguito della nuova tendenza a cambiare modalità di cura e prevenzione. Il presente articolo illustra i dati relativi alle probabili variazioni in termini di costo dei trattamenti, che crescerà all’aumentare della sopravvivenza, e alla distribuzione di tali costi in seno alla società. Quindi si fornisce un profilo dei possibili cambiamenti tecnologici. Nei paragrafi conclusivi si delineano le implicazioni a livello dei progetti di servizio e della maggiore importanza assegnata al ruolo svolto dagli assicuratori.
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Allungamento della vita e modificazioni dei tipi di patologia
1. Epidemiologia dell’invecchiamento
La provincia di Trieste è caratterizzata da una delle popolazioni più vecchie d’Italia. Questo ci offre l’opportunità di monitorare ciò che accadrà nei prossimi 30 anni nei Paesi sviluppati.
L’invecchiamento della popolazione, così come osservata a Trieste, è un fenomeno che ha avuto inizio in modo evidente soltanto nel secolo scorso. Analizzando la speranza media di vita, è possibile evidenziare che il processo di invecchiamento della popolazione è iniziato con un rapido decremento della mortalità perinatale negli anni Trenta dovuto a migliorate condizioni igieniche. Leggi tutto
Le basi biologiche dell’invecchiamento
1. introduzione
La gerontologia e la biologia considerano l’invecchiamento un processo continuo, universale, progressivo, intrinseco e deleterio, che riduce progressivamente la capacità di un organismo a mantenersi in equilibrio (omeostasi) nei confronti dell’ambiente, aumentando la probabilità di ammalarsi e di morire.
In questo articolo ci chiederemo quali siano le teorie più accreditate sulle basi biologiche di questo processo. Analizzeremo le caratteristiche biochimiche e fisiologiche degli organismi in tarda età e delle cellule senescenti coltivate in vitro. Leggi tutto
Perché il tasso di occupazione degli anziani in Svizzera è così alto? un’analisi del sistema di previdenza sociale
1. Introduzione
In un prossimo futuro, l’invecchiamento della popolazione, il miglioramento delle condizioni di salute degli anziani e la diminuzione dei tassi di natalità avranno un impatto significativo sul funzionamento del mercato del lavoro praticamente in tutti i Paesi industrializzati. A una simile conclusione si giunge in virtù di tre ragioni. Innanzitutto, tali sviluppi modificheranno inevitabilmente la distribuzione di età dell’offerta di manodopera: la percentuale di lavoratori anziani sul mercato è destinata a salire. Una seconda conseguenza della variazione della struttura demografica è data dalle ripercussioni negative che essa comporta per i sistemi pensionistici pubblici (per lo più a ripartizione). In molti Paesi industrializzati, la gran parte dei fondi pensione si trova già ad affrontare difficoltà finanziarie, dunque sorge la necessità di soluzioni innovative per garantire le pensioni in futuro. Infine, con l’attuale età pensionabile, il cambiamento demografico in atto ridurrà sensibilmente l’offerta di manodopera, e tale riduzione non può essere controbilanciata dalla raccolta di capitali (cfr. Börsch-Supan, 2001).
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Invertire la tendenza da un’uscita anticipata a un’uscita ritardata dal mercato del lavoro: i fattori push, pull e jump nel contesto danese
Riassunto
Nell’Europa dei 25 la Danimarca è un Paese in cui si esce tardi dal mercato del lavoro. In virtù di ciò, l’esperienza danese si trova in contraddizione con la maggior parte delle principali ricerche relative ai fattori che conducono ad anticipare/posticipare il pensionamento. Nei confronti degli anziani il mercato del lavoro in Danimarca è uno dei più brutali in Europa, mentre i regimi di prepensionamento danesi sono da annoverare tra i più generosi. Per tali ragioni ci si aspetterebbe che il Paese fosse caratterizzato da alti tassi di uscita dal mercato del lavoro, mentre avviene il contrario. Su queste basi si sostiene che, nel definire le modalità di pensionamento, i fattori culturali, sociali e psicologici rivestono un’importanza di gran lunga maggiore di quanto di norma non si pensi. Conseguentemente, negli ultimi anni la Danimarca ha adottato un’impostazione culturale basata sulla partecipazione volontaria degli imprenditori e di altre parti sociali nel tentativo di far crescere ulteriormente il tasso di occupazione degli anziani. Tale approccio culturale è stato completato dall’introduzione di incentivi “positivi”, che prevedono compensi economici per singoli e comuni se i pensionamenti risultano posticipati.
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Promuovere l’occupazione tra i lavoratori che invecchiano: l’insegnamento delle riforme politiche in Finlandia
Riassunto
Di tutti i Paesi dell’Unione Europea dei 15, la Finlandia ha registrato il più alto aumento nell’occupazione dei lavoratori anziani sin dall’inizio degli anni Novanta. In questo periodo si è verificata una rapida transizione da una politica che incoraggiava i pensionamenti anticipati a una volta a promuovere il prolungamento dell’attività lavorativa. Va notato che tale inasprimento delle condizioni di uscita anticipata dal mercato del lavoro si è verificato in un periodo particolarmente difficile a causa di un tasso di disoccupazione eccezionalmente alto tra gli anziani. Il presente articolo illustra le cause e le modalità che hanno determinato, prima che in altri Paesi dell’UE, il successo delle politiche finlandesi volte a incoraggiare i lavoratori anziani a rimanere in attività. Leggi tutto
L’occupazione dei lavoratori anziani nei Paesi Bassi: riforme recenti
1. Introduzione
Le recenti esperienze olandesi sull’occupazione dei lavoratori anziani si differenziano notevolmente da quelle di altri Paesi del continente europeo come la Francia e la Germania. Detto in breve, negli ultimi 7 o 8 anni i Paesi Bassi sono stati in grado di invertire la tendenza al pensionamento anticipato e migliorare l’occupazione al termine della vita lavorativa. Di conseguenza, il tasso di occupazione dei lavoratori olandesi di età compresa tra i 55 e i 64 anni è passato dal 30% nel 1995 al 42% del 2002 (dal 41% al 55% gli uomini e dal 18% al 29% le donne), mentre l’età media della uscita dal mercato del lavoro è aumentata da circa 60 anni nel 1995 a 62 nel 2002 (cfr. EUROSTAT, 2004).
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Come risolvere il puzzle delle pensioni
1. Introduzione
La riforma delle pensioni è una delle maggiori sfide del XXI secolo. Tutti i Paesi dell’OCSE devono far fronte all’invecchiamento della popolazione e riconsiderare le prestazioni pensionistiche per mantenerne l’adeguatezza, pur garantendo la sostenibilità finanziaria del sistema.
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Dalla trappola delle pensioni di Bismarck ai lavoratori d’argento di domani: riflessioni sul problema pensionistico in Germania
1. Introduzione
Nonostante i grandi progressi in quasi tutti gli ambiti della nostra vita, il mondo moderno ha generato un sorprendente rompicapo: la trappola delle pensioni di Bismarck. Un sistema atto a garantire la sicurezza nella vecchiaia che si basa su un criterio inadeguato, per non dire sempre più insignificante, e cioè l’età cronologica dell’individuo. E per peggiorare le cose, questo sistema è rimasto immutato per oltre un secolo.
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L’invecchiamento del Regno di Mezzo: aspetti demografici ed economici delle politiche pensionistiche in Cina
1. Introduzione
In Cina si sta avviando una trasformazione demografica epocale. Oggi quella cinese è ancora una società giovane. Verso il 2005 gli anziani — che qui definiamo come adulti dai 60 anni in su — rappresentavano appena l’11% della popolazione. Tuttavia l’ONU prevede che entro il 2040 la loro quota passerà al 28%, un dato che supera le previsioni che riguardano gli Stati Uniti2 (cfr. Figura 1). In termini assoluti, le dimensioni dell’imminente ondata demografica cinese sono impressionanti. Se le tendenze attuali non mutano, entro il 2040 ci saranno 397 milioni di cinesi anziani, cioè una popolazione maggiore di quelle di Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito messe insieme.
Il modo in cui la Cina affronterà questa trasformazione demografica avrà un impatto decisivo sulle sue aspirazioni di diventare un Paese sviluppato, ricco e stabile. Nel breve periodo, mentre la popolazione è ancora giovane e in aumento, la Cina deve affrettarsi a modernizzare l’economia e aumentare il tenore di vita. Nel lungo periodo, deve trovare il modo di prendersi cura di un numero enormemente maggiore di anziani non autosufficienti senza carichi eccessivi per i contribuenti e le famiglie.