QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Archivio della categoria 'Quaderno n.03 / 2006'

Quaderno n.3 / Gennaio 2006: Allungamento del ciclo di vita e welfare

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Editoriale
Angelo Scarioni

L’invecchiamento del Regno di mezzo: aspetti demografici ed economici delle politiche pensionistiche in Cina
Richard Jackson e Neil Howe

Assistenza a lungo termine: un argomento centrale alla conferenza della casa bianca sull’invecchiamento nel 2005
Yung-Ping Chen

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L’opportunità della finestra demografica in italia: perché non sfruttarla?

1. Introduzione

L’allungamento progressivo della vita, la quasi totale scomparsa della morte precoce consente a settori via via più ampi della popolazione di arrivare alle età anziane e vecchie. Complessivamente aumenta il numero di persone che riesce a raggiungere 60, 70, 80 anni, e così anche il numero di anni che ci si può aspettare di vivere dopo quell’età. L’ultimo Censimento della Popolazione, infatti, realizzato il 21 ottobre 2001, ha rilevato un aumento significativo della quota di ultracentenari rispetto alla precedente rilevazione.
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Una proposta di incentivo per il posticipo della pensione

1. Evoluzione del sistema previdenziale italiano dal dopoguerra ai nostri giorni

Dal secondo dopoguerra, anche se con alcune differenze, i sistemi previdenziali europei hanno assunto praticamente ovunque natura pubblica, e hanno mostrato la tendenza a favorire le generazioni più anziane.
In particolare il sistema previdenziale italiano, inizia in un periodo particolarmente felice, nel quale tutti i vantaggi del sistema a ripartizione (nel quale gli adulti in attività mantengono con i loro contributi previdenziali coloro che percepiscono una pensione, e per il futuro, quando raggiungeranno l’età della pensione si affideranno ai contributi che in quel periodo saranno versati dalle generazioni future) ebbero modo di manifestarsi.
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Il problema dell’età pensionabile: un punto di vista sindacale

Negli ultimi 10 anni i sindacati europei, assieme a quelli extraeuropei dei Paesi più sviluppati, sono stati intensamente impegnati in un’opera difficile e altamente conflittuale di difesa dello stato sociale costruito nel dopoguerra. Nel condurre questa battaglia hanno assunto per lungo tempo un atteggiamento di pura resistenza, che si è contrapposto a quello aggressivo dei governi, sia di destra che di sinistra, incalzati dal debito pubblico e dal problema della competitività in un quadro economico globalizzato.
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Fondi pensione: quale prospettiva per i giovani

1. Il processo di riforma del sistema pensionistico obbligatorio

Negli ultimi quindici anni il sistema pensionistico italiano è stato caratterizzato da importanti riforme che ne hanno profondamente modificato sia l’assetto strutturale sia gli strumenti concretamente adottati. Fino al 1992, il sistema previdenziale era essenzialmente di primo pilastro pubblico1 con finanziamento a ripartizione e assenza di corrispondenza attuariale fra contributi versati e prestazioni erogate. Inoltre, sussistevano ampie diversità tra le categorie di soggetti assicurati quanto ai requisiti per il pensionamento, alle aliquote contributive, ai “tassi di rendimento” delle diverse gestioni pensionistiche che davano origine a non pochi elementi di iniquità all’interno del sistema.
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Il fenomeno degli over 45 e la sfida dell’attivazione sociale in Italia. Considerazioni alla luce di una ricerca empirica

1. Introduzione

Le strategie di attivazione del lavoro maturo perseguite in una prima fase dai Paesi europei soprattutto sul versante previdenziale (principalmente attraverso l’allungamento dell’età pensionabile e le limitazioni imposte ai massicci meccanismi di uscita anticipata del lavoro maturo nel corso degli anni Ottanta e Novanta) sono in una seconda fase consistite anche nell’avvio di politiche attive promosse dalla Strategia europea per l’occupazione (SEO).
Come è noto questa, così come le politiche sociali sia europee che nazionali, punta a sostenere l’evoluzione della protezione sociale da passiva in attiva, seguendo un’impostazione che presuppone un forte ed efficace sviluppo di servizi e capacità di governance territoriale, senza i quali le criticità, di diverso ordine, legate all’esclusione sociale e alla disoccupazione potrebbero nel tempo aumentare.
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Aging society e sistemi pensionistici: pensioni degli over 70 in Italia

1. Introduzione

Gli studiosi dei fenomeni demografici, economici e sociali hanno lanciato già da molti anni i loro allarmati richiami sulla difficile sostenibilità della spesa per la protezione sociale a causa del progressivo incremento della popolazione anziana (over 65 anni) in rapporto alla popolazione attiva. Questi richiami sono però rimasti a lungo inascoltati dai governanti, non tanto per una preconcetta insensibilità al problema, quanto per l’acuta percezione della impopolarità a cui va inevitabilmente incontro la transizione verso sistemi previdenziali meno generosi, con seri rischi di delegittimazione politica da parte degli elettori, delle organizzazioni sindacali, dei movimenti di protesta ad hoc.
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La partecipazione al lavoro degli anziani in Italia: tendenze, cause e questioni di policy

Riassunto

L’invecchiamento della popolazione in Italia è più accentuato rispetto a quello osservato negli altri Paesi europei: è probabile che nel futuro prossimo questo avrà un forte impatto negativo sulla forza lavoro, considerato il basso tasso di partecipazione degli anziani. In questo articolo si descrivono le tendenze demografiche e del mercato del lavoro per quanto riguarda la popolazione con più di 50 anni, mettendo a confronto l’Italia con gli altri Paesi dell’Unione Europea. Inoltre si illustrano anche i risultati di alcuni studi econometrici relativi alle scelte individuali di pensionamento, da cui emerge l’importanza della generosità del sistema pensionistico come elemento di decisione. Infine, si nota che la riduzione dei benefici pensionistici conseguente alle riforme previdenziali hanno avuto un effetto rilevante nell’innalzare l’età di pensionamento, mentre nessuna delle misure alternative per favorire l’impiego dei più anziani messe in atto negli altri Paesi europei è stata adottata.
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Il ruolo delle assicurazioni private in una società di fronte all’allungamento del ciclo di vita

1. Introduzione

La Comunità Europea è attraversata da una generalizzata crisi del welfare state, fenomeno che è interpretato da più parti come una vera e propria trasformazione d’identità del tradizionale paradigma di stato sociale, destinato a trovare un nuovo equilibrio.
L’Europa ha tassi di natalità molto bassi e il processo di invecchiamento della società impone misure urgenti per fare fronte a quelli che nei prossimi decenni potrebbero rivelarsi problemi insostenibili per gli stati nazionali: il servizio sanitario-assistenziale e la protezione previdenziale.
In questo contesto si dovranno inserire gli operatori privati e in particolare le assicurazioni, che da fornitori di servizi assumeranno via via un ruolo sempre più attivo nella costruzione di uno sviluppo che sappia garantire adeguati livelli di protezione, sicurezza e benessere. Oltre a un grande senso di responsabilità, la governance di questo cambiamento richiederà alle compagnie assicuratrici la chiara consapevolezza del quadro in cui saranno chiamate ad operare, tema al quale ho dedicato il mio intervento.
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Invecchiamento e psicologia: considerazioni sulle prospettive di intervento

1. Introduzione

La diminuzione delle nascite ed il conseguente aumento dell’età media della popolazione sono fenomeni ormai ben accertati e risaputi. I progressi della scienza medica ed i miglioramenti della condizione igienica e alimentare hanno inoltre comportato nel nostro, come negli altri Paesi Occidentali, un progressivo allungamento della durata media della vita. Tale processo demografico, benché indubbiamente positivo, ha tuttavia tante e tali ripercussioni a livello macro e micro (sistema assistenziale, sanitario, previdenziale, per fare solo qualche riferimento) da essersi imposto all’attenzione dell’opinione pubblica: la popolazione anziana è aumentata in maniera considerevole e nel futuro il fenomeno si accentuerà ancora in maniera tale da generare nella società problemi non indifferenti in termini di assistenza sanitaria e di problematiche sociali. Secondo i dati ufficiali ISTAT l’indice di vecchiaia, che esprime il rapporto tra la popolazione ultra 65enne e la popolazione fino ai 14 anni, è destinato infatti ad attestarsi al 146% entro il 2010. Appare dunque essenziale che ogni sistema nazionale e regionale si mobiliti sul piano strategico-operativo al fine di trovare tutti gli strumenti necessari per mettere in atto le risposte culturali, politiche ed organizzative necessarie a far fronte a questo imponente cambiamento demografico. Per evitare il pericolo che l’invecchiamento demografico si tramuti in decadimento culturale e in involuzione economica anche la psicologia deve trovare la sua giusta collocazione accanto agli interventi politici, sanitari e sociali, e dare il suo contributo in sintonia con le altre tipologie d’intervento.
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