Archivio di Ottobre, 2020
Spettatori di Metamorfosi
Senza volere esagerare in pessimismo o retorica, cominciano a vedersi molti tratti comuni tra gli inizi degli anni ’20 del Novecento e gli anni ’20 del nostro Millennio.
In comune c’è, volendo sintetizzare, tanta materia metamorfica; tanta materia in ebollizione da canalizzare su sentieri di progresso per evitare di esserne travolti; anche tante energie (perché questo sono anche le polemiche e le preferenze discordanti) da mettere a profitto prima che entrino in collisione.
È materia feconda per la Letteratura, da cui sarebbe in effetti auspicabile un supporto, una spinta a comprendere sull’onda delle suggestioni laddove il vasto pubblico non può vedere gli aspetti politici e più tecnici delle contese in atto.
Perché no?, ci vorrebbe un romanzo epocale scritto tempestivamente, un romanzo epico europeo.
C’è un Lucano tra Keynes e Mantoux
In questa metà del 2020, in cui sono ricorrenti i paragoni con l’Europa del Primo Dopoguerra – in crisi, divisa e incapace di slancio in avanti – e le citazioni di Keynes e Mantoux, c’è un posto anche per il Presidente Francesco Saverio Nitti, e non solo perché visse da vicino la discussione al Tavolo di Versailles (soprattutto dopo il suo avvicendamento a Vittorio Emanuele Orlando alla guida del Governo) ed ebbe modo di interagire con Keynes e con i principali esponenti politici di allora. Se Keynes, con “Le Conseguenze della Pace” (1919), e Mantoux, con “La Pace Cartaginese. Le Conseguenze Economiche di Mr. Keynes” (1945), identificano le due opinioni opposte sui contenuti del Trattato di Versailles e sul loro impatto sui destini dell’Europa, Nitti, con “L’Europa senza Pace”, aiuta a ricostruire la distanza che separa i due. Proprio per questo motivo, se Keynes e Mantoux parlano ancora all’Europa incompleta, confusa e litigiosa di oggi, lo stesso fa Nitti, che getta luce su quanto c’è stato di vero nelle valutazioni di entrambi.
Un altro punto di vista critico sulla Pensione di Garanzia
La normativa italiana già contempla sei prestazioni di contrasto della povertà o, più in generale, dell’insufficienza dei redditi, in età avanzata. Cinque di queste già esistenti da tempo, il sesto, la Pensione di Cittadinanza, aggiuntasi nel corso del 2019. Si dibatte, adesso, di affiancare la Pensione di Garanzia.
In questa breve Nota si prendono in considerazione gli istituti assistenziali che intervengono a salvaguardare dalla povertà in età anziana, lasciando da parte quelli che si attivano in presenza di condizioni di diversa abilità (trattamenti di invalidità/inabilità civile) e le due voci, limitate sia nel numero dei beneficiari sia nella spesa complessiva, delle Pensioni di Guerra e delle Pensioni di Benemerenza.
Dopo una rapida descrizione degli istituti esistenti (diversi dalle prestazioni IVS) di contrasto della povertà in età anziana, si sviluppa qualche considerazione su alcuni aspetti insoddisfacenti e contraddittori che accompagnerebbero l’introduzione della Pensione di Garanzia. Allo stesso tempo, si suggerisce di far perno sulla già esistente Pensione di Cittadinanza per riorganizzare e razionalizzare gli istituti già esistenti. E, fatto questo, di dedicarsi a promuovere direttamente il lavoro dei giovani oggi. Pensare a loro in maniera diretta e non “mediata” dalle pensioni.
Bilanci, Debito, Moneta
Ora che, per la gravità epocale della crisi, non si può prescindere da interventi di immissione di liquidità da parte della BCE (annunciati e già in corso dal precedente settennato “Draghi”), il punto diviene posizionare il confine tra debito e moneta e come progettare il rientro alla normalità finanziaria e di finanza pubblica, che potrebbe essere anche tra qualche anno. Vanno evitate posizioni estreme (la monetizzazione risolve tutto vs. la monetizzazione è da evitare), anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale tedesca che il 5 Maggio si è pronunciata con riserva sul quantitative easing che la BCE ha condotto negli anni scorsi. Sarebbe opportuna una espressione chiara e netta del Consiglio europeo, per evitare che del futuro dell’Europa parli solo la BCE.
E se Karlsruhe fosse una prova costituente?
La sentenza – consapevolmente o inconsapevolmente che sia – chiama a una enorme operazione verità, che coinvolge tutti i Paesi, Germania inclusa. Se, dopo questo avviso lanciato da Karlsruhe, gli sforzi anti-crisi della BCE dovranno fare i conti con i limiti formali del mandato, intesi in senso stretto normativistico à la Kelsen, allora i Membri dell’Unione saranno presto costretti a guardarsi in faccia senza scusanti e senza veli, per decidere se vogliono continuare e rilanciare il progetto dell’Unione con un salto di qualità nella struttura e nel funzionamento del bilancio comune, oppure per riconoscere che l’interesse per l’Unione non è sufficientemente alto da giustificare i necessari progressi. Hans Kelsen è stato giurista tedesco tra i primi teorici della giurisdizione costituzionale alla base della introduzione e del funzionamento delle Corti Costituzionali nelle moderne democrazie.
Leggi l’articolo completo in Pdf
Il cuneo sul lavoro
Falso mito o problema concreto? Ininfluente o distorsivo/depressivo? Solo termometro “incolpevole” di quello che non funziona o tassello strutturale su cui intervenire?
Da decenni, ormai, il cuneo fiscale e contributivo continua a dare fiato al dibattito di politica economica, riacceso adesso dal DL n. 3/2020 che ha innalzato a 100 euro il cosiddetto “Bonus Renzi” per i redditi da lavoro sino a 28 mila euro, e introdotto una detrazione fiscale temporanea per i redditi superiori a 28 mila e sino a 40 mila euro valida nel secondo semestre 2020 e con importo massimo di 600 euro decrescente nel reddito.
Incontri ravvicinati tra Costituzioni
La Corte Costituzionale tedesca nell’occhio del ciclone. Ma è davvero così biasimevole quello che ha fatto?
Il tema è complesso quanto fare l’Unione, e sono possibili punti di vista diversi pieni di sfumature, gravide di conseguenze. Lo si affronta in questa Nota di cui si proporne una sintesi.