QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Uno studio sulle capacità cognitive degli anziani di Trieste

2.3 Problemi diagnostici

A causa delle somiglianze nella sintomatologia, in quanto entrambi i quadri patologici prevedono la presenza di sintomi cognitivi e sintomi affettivi, si verificano delle difficoltà nel discriminare le due patologie in una persona anziana.

La depressione ad esordio tardivo prevede che il primo episodio depressivo compaia in età avanzata, talvolta in concomitanza con una disturbo cerebrale neurologico che può essere evidente o meno al momento dell’ insorgenza del primo episodio depressivo. Alcune persone, infatti sviluppano delle forme di “depressione con demenza reversibile”; questi quadri patologici sono così chiamati dal momento che i sintomi demenziali scompaiono nel momento in cui la depressione viene trattata. Questa sindrome è stata definita pseudodemenza e indica la presenza di compromissione cognitiva, in particolare delle memoria, in maniera simile alla demenza, ma questa compromissione è dovuta ad un altro disturbo psichiatrico, ad es. la depressione. Se la compromissione cognitiva sia dovuta quindi ad un disturbo psichiatrico dovrebbe rientrare con un trattamento adeguato del disturbo dell’ umore; se così non fosse potrebbe essere indice della presenza di un disturbo demenziale ai primi stadi. Viceversa, quando una demenza è già stata diagnostica stabilire se ci trovi in presenza di una comorbidità con la Depressione Maggiore è particolarmente difficile, dal momento che molti dei sintomi tra un disturbo demenziale e disturbo dell’ umore corrispondono (es. rallentamento psicomotorio, la labilità emozionale, insonnia…). Di conseguenza per diagnosticare le patologie è importane effettuare un’ accurata anamnesi, valutare l’ andamento nel tempo, l’ atteggiamento del paziente riguardo ai sintomi e i risultati delle indagini testali ( Gala et al., 2008).

Importanti informazioni per la formulazione della diagnosi possono essere fornite dai care-giver, adeguatamente informati attraverso training specifici, che permetterebbe un’ osservazione temporale dei sintomi più prolungata.

3. ASSOCIAZIONE A.R.I.S.

L’A.R.I.S. (Associazione Ricerca Interventi Studi sull’ Invecchiamento) è un’ associazione di promozione sociale nata nel 2004 con sede a Trieste, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e a far crescere il ruolo dei senior nella società. Tale scopo generale viene perseguito attraverso lo svolgimento di diversi tipi di attività finalizzate a promuovere una nuova immagine dell’ invecchiamento, superando gli stereotipi riguardanti la vecchiaia, e a migliorare la qualità della vita degli anziani rendendoli protagonisti attivi della soddisfazione dei propri bisogni.

Un’ attenzione particolare viene data alla prevenzione di situazioni che possono essere causa di disagio nella persona anziana e, in particolare, alla prevenzione del deterioramento cognitivo che risulta essere una delle principali cause di disabilità nell’ anziano. Presso il Centro per l’ Anziano gestito dall’ associazione, vengono forniti gratuitamente degli screening finalizzati a discriminare le persone maggiormente a rischio di sviluppare patologie legate al deterioramento dello stato cognitivo che avranno modo così di approfondire eventuali problematiche e accedere tempestivamente ai trattamenti, farmacologici o psicologici, attualmente disponibili, o più semplicemente di tenere monitorato il proprio stato di salute. Si è già accennato all’ importanza di affiancare all’ indagine dello stato cognitivo anche uno screening sul tono dell’ umore, dal momento che i sintomi delle patologie possono essere facilmente confusi; per tale motivo all’ indagine testistica sullo stato cognitivo viene sempre affiancata la somministrazione di questionari riguardanti il tono dell’ umore al fine di ottenere una valutazione completa dello stato di salute psicologica della persona.

4. LO STUDIO

Lo scopo del presente studio è stato quello di ottenere una visione d’ insieme della tipologia d’ utenza che ha avuto accesso al servizio negli ultimi anni e quali sono i problemi che si riscontrano con maggiore frequenza, al fine di migliorare l’ offerta dei servizi. Sono stati raccolti ed analizzati i dati relativi alle persone che si sono recate al Centro per l’ Anziano dell’ A.R.I.S. ottenendo così un profilo della popolazione che accede a tali tipologie di servizi. Lo studio è stato svolto in collaborazione con l’ Associazione 50&più che ha finanziato il progetto.

4.1. Campione, procedura e materiali

Sono stati analizzati i dati relativi a un campione di 418 utenti che hanno avuto accesso al Centro per l’ Anziano fra il 2012 e il 2017.

Per la valutazione cognitiva è stato utilizzato il Mini Mental State Examination (1993) che costituisce una batteria di test neuropsicologici finalizzati ad esaminare diverse funzioni cognitive e rilevare la presenza di deterioramento cognitivo. Le funzioni esaminate nel test sono l’ orientamento nel tempo, l’ orientamento nello spazio, la registrazione di parole, l’ attenzione e il calcolo, la rievocazione, il linguaggio, la prassia costruttiva.

Per la valutazione del tono dell’ umore è stato utilizzato il CES-D, un questionario in grado di fornire una misurazione dei disturbi dell’affettività e rilevare una probabile depressione.

I punteggi ottenuti tramite tali strumenti sono stati classificati come normali, borderline, patologici.

In sintesi, i fattori analizzati sono stati:

  • età (60-70; 71-80; oltre 80)

  • scolarità (diploma/laurea; licenza media; elementare)

  • sesso

  • prestazioni cognitive valutate tramite il MMSE (Mini Mental State Examination; Measso, 1993)

  • tono dell’ umore valutato tramite il questionario CES-D (Radloff, 1977)

I dati ottenuti sono stati analizzati tramite percentuali e ANOVA.


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