QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Gli incidenti in ambiente domestico in Italia: il particolare rischio per la popolazione anziana

Considerazioni generali

Nel nostro Paese, cosi come negli altri Paesi sviluppati, gli incidenti tra le mura domestiche rappresentano un problema di sanità pubblica di grande rilevanza per le ricadute sulla salute e il benessere delle persone. Non è poi da sottovalutare l’aspetto sociale e psicologico sulle persone, soprattutto anziane, che considerano la casa il luogo sicuro per eccellenza.

Il fenomeno degli incidenti domestici e la presenza di rischi e pericoli contrasta con l’idea diffusa che la propria abitazione sia in qualche modo il luogo più sicuro dove stare. Da tale convinzione scaturiscono le difficoltà a percepire i pericoli presenti. A ciò si aggiunge la possibilità che l’abitudine e la ripetitività dei gesti quotidiani, soprattutto nelle persone anziane, determinino una sensazione di falsa sicurezza o una riduzione della soglia di attenzione rispetto ad azioni potenzialmente pericolose o a situazioni abitative intrinseche che non rispettano gli standard di sicurezza.

Con il termine “incidenti domestici” si indicano quegli eventi che accadono accidentalmente in casa e nelle sue pertinenze (balcone, giardino, garage, cantina, scala, eccetera) comportando il ricorso a cure mediche e la compromissione temporanea o definitiva delle condizioni di salute di una persona (nei casi più gravi anche la morte) a causa di lesioni di vario tipo.

All’origine degli incidenti domestici si indicano, in generale, molteplici fattori:

• l’aumento della popolazione nelle fasce cosiddette “a rischio”, in particolare anziani e donne, determinato dall’invecchiamento della popolazione e dall’allungamento delle aspettative di vita;

• caratteristiche strutturali dell’abitazione (componente statico-abitativa, per esempio scale, pavimenti e arredamento);

• la progressiva estraneità dell’ambiente domestico, prodotta dal fatto che da un lato la casa italiana gradualmente si svuota dei suoi soggetti tradizionali (ad esempio le casalinghe) e dall’altro si riempie di figure nuove (colf, badanti, affittuari, ecc.);

• utilizzo improprio di apparecchiature e utensili, scarsa percezione dei rischi, sottovalutazione dei pericoli;

• condizioni di salute compromessa (disabilità, patologie croniche);

• rischi non facilmente individuabili, ma che risultano presenti all’interno di un’abitazione o che sono parte integrante degli stili e delle abitudini di vita (per esempio presenza di piante ornamentali tossiche, detersivi, cosmetici, medicinali, uso di farmaci, abuso di alcol).

Questi infortuni non sono facilmente stimabili da un punto di vista statistico, ma risultano rilevanti a livello sanitario ed economico. Gli effetti sulla salute, infatti, sono traumi di diversa gravità che possono comportare invalidità e, in non pochi casi, anche la morte. Inoltre le conseguenze economiche provocano oneri sempre più gravi per il servizio sanitario nazionale. Infine, i dati infortunistici sono di difficile rilevazione in quanto questi tipi di eventi vengono denunciati solo quando comportano lesioni che richiedono l’ospedalizzazione, quindi sfuggono le lesioni di lieve e media entità.

 

Fonte dei dati presentati e finalità della ricerca

In Italia, per molto tempo, la documentazione statistico-epidemiologica disponibile in materia di infortuni domestici ha risentito della frammentarietà delle fonti utilizzate e della qualità dei dati da esse desumibili, spesso difficilmente interpretabili e comparabili tra loro, per la commistione con elementi che nulla avevano a che fare con gli infortuni domestici e per la disomogeneità dei metodi utilizzati per la raccolta di dati.

Attualmente le fonti statistiche ufficiali, disponibili a livello nazionale, sul fenomeno degli incidenti domestici sono costituite dalle schede di dimissione ospedaliera (SDO), dall’indagine ISTAT sulle cause di morte, dall’Indagine ISTAT Multiscopo sulle famiglie «Aspetti della vita quotidiana».

Il flusso informativo delle SDO permette un’analisi dei traumatismi da incidenti domestici, ma presenta delle criticità relative alla qualità della compilazione in quanto non sempre la causa esterna (infortunio in ambiente domestico) è indicata. Inoltre questa fonte è relativa ai soli eventi che hanno comportato un ricovero ospedaliero ed esclude i casi che pur hanno dato luogo al ricorso al pronto soccorso. L’indagine sulle cause di morte sconta una sottostima dei casi reali a causa della frequente mancanza dell’indicazione da parte del medico del luogo dell’incidente, anche se tiene conto dei decessi per cause violente identificati come incidenti in ambiente domestico.

L’Indagine Multiscopo sulle famiglie «Aspetti della vita quotidiana» è un’indagine campionaria sulle famiglie che dal 1998 fornisce una stima della popolazione coinvolta in incidenti domestici, nei tre mesi precedenti l’intervista, e del numero di eventi verificatosi.

In questo lavoro il fenomeno dell’infortunio domestico è stato quantificato mediante “quozienti di rischio”, espressi dal rapporto tra il numero degli incidenti (moltiplicato per 1000) e la popolazione di riferimento. Per quel che riguarda le statistiche di base, si è fatto ricorso sistematico ai dati dell’Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” condotta dall’ISTAT negli anni 1998, 2006 e 2014, mentre quale popolazione di riferimento è stata considerata quella delle rilevazioni ISTAT in materia di “popolazione residente”.

 

Descrizione dei principali risultati

In Italia, secondo l’Indagine Multiscopo ISTAT del 2014, l’11,3‰ delle persone interrogate ha dichiarato di aver subito almeno in un incidente domestico nei tre mesi precedenti l’intervista. Nel complesso, si sono verificati 783mila incidenti (tabella 1), con una media di 1,1 incidenti per persona colpita. Su questa base viene stimato che, nell’arco dei 12 mesi del 2014, il fenomeno abbia coinvolto ben 2 milioni 800 mila persone. Il rischio è chiaramente connotato per genere ed età: le donne, gli anziani e i bambini sono le categorie più colpite.

 

Tavola 1 – Numero di incidenti domestici occorsi nei tre mesi precedenti

l’intervista, per sesso e classe di età degli intervistati. Anno 2014

CLASSI DI ETÀ

N° (migliaia)

Valori percentuali

Media per infortunato

   

Maschi

 
       
0-24

51

54,3

1,1

25-64

107

26,4

1,1

65 e più

74

26,1

1,2

Totale

232

29,6

1,1

 

Femmine

 
0-24

43

45,7

1,1

25-64

299

73,6

1,2

65 e più

209

73,9

1,2

Totale

551

70,4

1,1

Totale

 
0-24

94

100,0

1,1

25-64

406

100,0

1,1

65 e più

283

100,0

1,2

Totale

783

100,0

1,1

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT dell’Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”

 

Tavola 2 – Persone che nei tre mesi precedenti l’intervista hanno subito incidenti in ambiente domestico. Quozienti per 1000 abitanti per regione. Anni 1998, 2006 e 2014

 

Quozienti

REGIONI E RIPARTIZIONI

GEOGRAFICHE

1998

2006

2014

Variaz. % 1998- 2014

         
Piemonte

9,6

14,3

10,5

9,4

Valle d’Aosta

11,9

16,5

10,1

-15,1

Lombardia

10,8

12,3

8,8

-18,5

Trentino-Alto Adige

13,9

17,0

10,3

-25,9

Bolzano – Bozen

10,1

13,5

10,4

3,0

Trento

17,6

20,4

10,2

-42,0

Veneto

14,1

13,2

16,4

16,3

Friuli-Venezia Giulia

9,6

13,9

18,7

94,8

Liguria

9,3

9,3

11,7

25,8

Emilia-Romagna

13,4

19,2

14,7

9,7

Toscana

17,4

12,5

14,9

-14,4

Umbria

17,0

7,4

16,9

-0,6

Marche

21,2

15,2

11,5

-45,8

Lazio

14,1

20,3

3,5

-75,2

Abruzzo

13,0

10,1

14,5

11,5

Molise

15,9

15,5

8,1

-49,1

Campania

13,4

9,1

12,1

-9,7

Puglia

17,1

8,2

11,5

-32,8

Basilicata

18,1

9,8

8,3

-54,1

Calabria

21,5

14,1

14,1

-34,4

Sicilia

16,8

18,4

10,1

-39,9

Sardegna

34,8

11,1

12,8

-63,2

 
Nord-ovest

10,3

12,5

9,5

-7,8

Nord-est

13,3

15,9

15,4

15,8

Centro

16,3

16,1

9,1

-44,2

Sud

15,9

9,8

12,2

-23,3

Isole

21,2

16,6

10,8

-49,1

 
Italia

14,7

13,7

11,3

-23,1

         

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT dell’Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”

 

Sul numero complessivo di infortuni domestici rilevati nell’anno 2014 nel trimestre considerato, il 70,4% ha come vittima una donna (tavola 1), con un numero di incidenti più che doppio rispetto a quelli che colpiscono gli uomini (551mila infortuni subìti da donne contro 232mila degli uomini), in particolare le donne di 65 anni e più sono la categoria più a rischio: 73,9% sul totale degli infortuni, rispetto al 26,1% degli uomini nella stessa classe di età.

Passando ad analizzare le disparità regionali tra i tassi di infortunio domestico nel 2014 (tavola 2), si osserva che i valori superiori a quelli nazionali (11,3 per 1.000 abitanti), interessano le aree del Nord-est e del Sud. Tra le regioni del Centro-nord i tassi più elevati si sono riscontrati nel Friuli-Venezia Giulia (18,7), in Umbria (16,9) e nel Veneto (16,4). Nel Sud Italia, i valori più alti dell’indicatore sono stati registrati in Calabria e in Campania (rispettivamente 14,1 e 12,1). Tassi particolarmente contenuti (inferiori al 9 per 1.000) si sono invece rilevati nel Lazio (3,5) e in Molise (8,1).

L’analisi dell’andamento temporale mostra una diminuzione statisticamente significativa degli infortuni domestici italiani, con una riduzione del quoziente tra il 1998 e il 2014 del 23,1%; ciò con l’eccezione di alcune regioni settentrionali del Nord (Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Piemonte).

Dall’esame dei tassi specifici per sesso ed età contenuti nella tavola 3, si deduce che le categorie di persone più colpite sono quelle femminili (15,4 per 1000 contro 7,1 per gli uomini), nonché quelle degli anziani e dei bambini. In particolare nelle età più giovanili (fino a 14 anni) gli incidenti prevalgono tra i maschi, mentre le donne sono coinvolte più degli uomini nelle età successive: ciò sia per una più prolungata permanenza fra le mura domestiche, sia per un più frequente contatto con oggetti, utensili ed elettrodomestici che possono causare infortuni (tagli, ustioni, folgorazioni, ecc.).

Inoltre, com’era da attendersi, il maggior rischio di infortuni riguarda gli ultraottantenni. Pure si riscontra che in questa categoria si amplifica ulteriormente la differenza tra i generi: si osserva infatti un valore pari al 33,3‰ per le donne, cui si contrappone il 20,2‰ degli uomini.

Il dato disaggregato per sesso e classe di età evidenzia, inoltre, un tasso sempre elevato nella classe 75-79 anni (16,3‰) dei maschi, cui fa riscontro quello notevolmente più alto (32,2‰), per le donne nella stessa fascia di età.

Se poi si fa riferimento all’andamento temporale dei quozienti, si ottiene immediata conferma della decisa e generalizzata diminuzione – nel sia pur breve periodo esaminato – del rischio di infortunio che, come sopra già evidenziato, ha interessato tutte le classi di età, fatta eccezione per gli over 75. In particolare, si registra un aumento del fenomeno (rispettivamente 12,2% e 13,7%), per le donne nelle classi di età 75-79 e 80 e più, nonché per gli uomini (12,4%) nella classe di età 75-79.

Fermo restando che l’entità del rischio è direttamente correlata alla quantità di tempo trascorsa tra le mura domestiche, si teorizza inoltre l’attribuzione degli incidenti domestici e della loro gravità al mutamento della natura dei legami sociali e alle deficienze assistenziali, oltre che alle carenze strutturali delle abitazioni ed alla scarsa sensibilizzazione delle persone circa i rischi presenti nell’ambiente domestico.

 

Tavola 3 – Persone che nei tre mesi precedenti l’intervista

hanno subito incidenti in ambiente domestico.

Quozienti per 1000 abitanti. Anni 1998, 2006 e 2014

 

Quozienti

CLASSI DI ETÀ

1998

2006

2014

Variaz. % 1998 – 2014

         

MASCHI

         
0-5

20,3

22,9

10,1

-50,2

6-14

7,8

7,7

5,5

-29,5

15-24

4,9

6,5

5,0

2,0

25-34

5,4

5,9

7,2

33,3

35-44

7,7

8,9

3,4

-55,8

45-54

13,0

7,5

8,3

-36,2

55-64

6,1

12,3

5,6

-8,2

65-69

5,7

8,8

5,6

-1,8

70-74

11,1

15,5

5,7

-48,6

75-79

14,5

17,6

16,3

12,4

80 e più

22,0

18,5

20,2

-8,2

Totale

8,8

10,1

7,1

-19,3

 

FEMMINE

 
0-5

13,4

9,1

8,6

-35,8

6-14

6,9

4,2

4,9

-28,9

15-24

12,1

11,2

4,9

-59,5

25-34

19,4

11,5

10,6

-45,4

35-44

21,7

14,6

10,7

-50,7

45-54

24,4

20,7

17,3

-29,1

55-64

21,6

18,9

22,6

4,6

65-69

29,4

22,6

10,9

-62,9

70-74

25,7

19,6

22,1

-14,0

75-79

28,7

26,6

32,2

12,2

80 e più

29,3

42,2

33,3

13,7

Totale

20,2

17,0

15,4

-23,8

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT dell’Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”

 

Sarebbe, in definitiva, quanto mai necessario continuare a sviluppare politiche di prevenzione, attraverso la promozione e la diffusione di linee guida e l’effettuazione di campagne di informazione e di educazione alla sicurezza.

Per quanto infine riguarda la tipologia degli incidenti, in base ai dati ISTAT (tavola 4) le “cadute” risultano l’infortunio più frequente; esse infatti ricorrono, da sole o in combinazione con altre dinamiche incidentali, nel 56,9% dei casi per le donne e nel 44,1% per gli uomini. L’incidenza delle “ferite” è invece più alta per gli uomini (27,1% contro 15,9 delle donne), mentre le “ustioni” sono più frequenti per le donne (15,5% e 6,4% degli uomini). Le differenze di genere appaiono meno marcate nel caso di “urto o schiacciamento” (16,8% per gli uomini e 11,1% per le donne) e per altre più rare tipologie di incidenti.

Oltre al sesso degli esposti al rischio, anche la loro età influenza sensibilmente la tipologia degli infortuni. Le “cadute” interessano soprattutto le persone anziane: tra le vittime di incidente di 65 anni e più l’incidenza della causa suddetta è del 68,7% per gli uomini e di ben il 78,1% per le donne. Le vittime di “ferite” appartengono invece più spesso al sesso maschile nella fascia delle età centrali (35,9%). Non sembra infine trascurabile, soprattutto per le donne, la frequenza delle “ustioni” (15,5%), nonché quella riguardante altre tipologie quali “urto o schiacciamento”.

 

 

Tavola 4 – Incidenti domestici secondo alcune principali tipologie. Valori percentuali rispetto agli incidenti in totale. Anno 2014

 

Maschi

  Femmine  
 Tipologia   Classi di età     Classi di età  
 

0-24

26-64

65 e più

Totale

0-24

26-64

65 e più

Totale

Caduta

39,0

32,3

68,7

44,1

55,1

43,1

78,1

56,9

Ferita

11,3

35,9

24,3

27,1

28,3

22,1

4,0

15,9

Urto o schiacciamento

28,1

17,9

5,9

16,8

6,5

13,7

8,1

11,1

Ustione

13,5

5,9

1,1

6,4

10,1

20,2

9,6

15,5

Corpi estranei in occhio, orecchie, etc.

6,7

6

0

4,4

0

0,9

0,2

0,6

Soffocamento

1,4

1,6

0

1,1

0

0

0

0

Fonte: ISTAT, Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”

 

Note conclusive: rischio e prevenzione per gli anziani

 

L’analisi sopra svolta, relativamente agli anni 1998, 2006 e 2014, ha evidenziato con chiarezza che l’entità del rischio di infortunio in ambiente domestico aumenta sensibilmente al crescere dell’età: ciò evidentemente in ragione del fisiologico decadimento psico-fisico, nonché, frequentemente, delle peggiorate condizioni economiche. Inoltre, l’anziano trascorre molto tempo nella propria abitazione e nelle sue pertinenze, anche perché è spesso affetto da patologie o comunque da deficit invalidanti.

Per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni in questione, le fonti di letteratura – sia nazionali che internazionali – evidenziano come gli interventi più efficaci siano quelli di carattere legislativo mirati ad eliminare i rischi peculiari degli ambienti domestici, avendo speciale riguardo per la popolazione casalinga e anziana, mentre ci sono solo deboli evidenze circa azioni di carattere unicamente educativo e informativo. In particolare, per la prevenzione degli infortuni riguardanti gli anziani, si è dimostrato efficace incentivare l’utilizzo di dispositivi di sicurezza quali rilevatori di fumo, termometri per il controllo della temperatura dell’acqua, prodotti “antiscivolo” per i pavimenti e via dicendo; così pure viene consigliato apportare modifiche alle abitazioni (rimozione degli ostacoli, tappetini di sicurezza, miglioramento dell’illuminazione, installazione di corrimano, maniglie da bagno, ecc.). Parimenti efficaci si sono dimostrati gli interventi tesi a stimolare l’attività fisica degli anziani, così da accrescerne la forza muscolare e il senso di equilibrio. In definitiva, sono da considerare fortemente raccomandabili approcci di prevenzione di tipo “integrato”, specie se ripetuti nel tempo e mirati su categorie di persone ad alto rischio.

Attualmente le ASL realizzano interventi di prevenzione attraverso attività di sensibilizzazione e di educazione, con l’obiettivo di modificare conoscenze, atteggiamenti e comportamenti, agendo direttamente sugli anziani, ovvero su personale sanitario, insegnanti e genitori. Per la realizzazione di attività collaterali a quelle del tipo suddetto, vengono talora svolte azioni integrate con istituzioni anche non sanitarie e con specifiche associazioni della società civile: ad esempio servizi di assistenza domiciliare sia sanitaria che sociale, hospice, case alloggio, centri per anziani, associazioni di casalinghe e via dicendo.

 

 

Riferimenti bibliografici

 

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