QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Evidenza da base dati Ocse

Nella media Ue-15 l’incidenza sul Pil si è quasi quadruplicata tra il 1960 e il 2011, e ancora più forte è stata la dinamica negli Us. Negli ultimi anni, dal 2006-2006 in poi, l’incidenza degli Stati Uniti è superiore a quella Ue-15. Solo Germania e Francia hanno, dopo il 2005-2006, una incidenza superiore a quella statunitense. L’Italia è quasi sempre staccata sia dall’Ue-15 che dagli Stati Uniti (Grafico 4).

Grafico 4 – Spesa sanitaria corrente pubblica, % Pil
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fonte: elab. Reforming su Ocse


Grafico 5 – Spesa sanitaria corrente pubblica , pro-capite US$ in PPP

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fonte: elab. Reforming su Ocse

In termini di USS$ pro-capite (Grafico 5), la dinamica degli Stati Uniti appare molto più sostenuta di quella europea, soprattutto a partire dalla metà degli anni ’80. Solo Svezia e Germania hanno avuto sino a metà anni ’80 una spesa pro-capite significativamente superiore a quella Us. Dopodiché lo stacco è andato riducendosi, e dalla fine degli anni ’90 in poi la spesa pro-capite degli Us ha nettamente superato quella di tutti i Partner Ue-15.
L’evidenza di questi due grafici stimola una prima riflessione (I). Nelle le differenze che storicamente vengono riportate tra il modello sanitario dei Paesi europei e quello statunitense compare la prevalenza delle risorse pubbliche nel primo e la prevalenza di quelle private nel secondo. I dati appena descritti mostrano come, in termini di risorse pubbliche correnti, l’impegno degli Us sia quantomeno comparabile (in termini di Pil) se non addirittura superiore (in US$ pro-capite) a quello medio Ue-15. L’avvicinamento e il sorpasso sono avvenuti gradualmente negli anni, a partire da una situazione, nei primi anni ’60, in cui in effetti la destinazione di risorse pubbliche alla sanità era superiore di 1-1,5 p.p. di Pil in Europa.
Il Grafico 6 e il Grafico offrono la visualizzazione della spesa sanitaria corrente totale, pubblica e privata. Per l’Europa e per i singoli Partner Ue-15, se si aggiunge la componente privata, la spesa sanitaria aumenta, nel 2008-2010, tra 1 e al massimo 3 p.p. di Pil e tra 500 e al massimo 1000 US$. L’Italia si rispecchia in questa forchetta occupandone grossomodo la fascia centrale. I dati degli Us sono outsider: sia in termini di Pil che di US$ la spesa più che raddoppia, toccando il 18% sul Pil e circa i 8.500 US$ pro-capite nel 2011.
Ne scaturisce una seconda riflessione (II): Europa (e Italia) e Stati Uniti mettono in gioco per la sanità ordini di grandezza di risorse non comparabili tra loro. Se sul fronte delle risorse pubbliche c’è grossomodo equivalente, l’aggiunta delle risorse private fa staccare in maniera netta gli Us dall’Ue-15 e dai singoli Partner Ue. In particolare, è dalla fine degli anni ’70 che il divario Us-Europa si manifesta per poi continuare costantemente ad allargarsi.
Nel periodo per cui sono disponibili dati, la spesa totale italiana è rimasta inferiore a quella Ue-15, sia in termini di Pil (tra 0,5 e 1 p.p. in mano) che di risorse pro-capite (dopo il 2000, uno stacco di circa 400-500 US$ pro-capite).
Può la forte dinamica di spesa pubblica, osservata sia in Europa che in Us, spiegarsi con aumenti della copertura (il coverage) dei sistemi sanitari nazionali? Il Grafico 8 suggerisce che solo per gli Us questa può essere una, seppur parziale, spiegazione. Agli inizi degli anni ’60, il coverage (rapporto della spesa sanitaria corrente pubblica su quella totale) era di poco più del 20%. Poi, dopo una discontinuità a fine anni ’60 (dal 22% al 35%), si è avviata una graduale ma costante crescita che ha quasi raggiunto il 50% (metà spesa pubblica, metà privata). Sul fronte europeo, se si esclude la Spagna, i Partner e la stessa media Ue-15 hanno visto mantener grossomodo costante il coverage e, anzi, dalla fine degli anni ’80 in poi si può riconoscere anche una lenta ma percepibile contrazione.

Grafico 6 – Spesa sanitaria corrente totale, % Pil
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fonte: elab. Reforming su Ocse

 

Grafico 7 – Spesa sanitaria corrente totale, pro-capite US$ PPP
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fonte: elab. Reforming su Ocse

Grafico 8 – Coverage spesa pubblica, % spesa totale
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fonte: elab. Reforming su Ocse

Prima di passare a commentare il lato della spesa capitale, i dati fin qui analizzati suggeriscono una terza riflessione (III). I trend di spesa non hanno sinora mostrato rallentamenti. Mentre è intuibile l’apporto che le risorse dedicate alla sanità hanno dato all’allungamento della vita (più risorse, più copertura, più prestazioni), non ci sono segni che la causalità possa ribaltarsi, e dal miglior stato di salute tradursi in minore spesa o almeno in stabilizzazione della spesa sul Pil. Può fare eccezione soltanto la Svezia dove, dagli anni ’80 in poi, la spesa sanitaria pubblica e quella totale hanno mostrato una dinamica sufficientemente piatta sul Pil (lo si vede dai grafici), facendo presumere il raggiungimento di una sorta di saturazione. Bisogna anche ricordare, però, che la Svezia (assieme agli altri Paesi scandinavi) rappresenta un caso peculiare: reddito medio alto e, nel contempo, distribuzione dei redditi molto più omogenea che nel resto d’Europa e negli Stati Uniti. Se non c’è stato rallentamento dei ritmi di crescita si deve, invece, riconoscere una possibile criticità in più: i trend osservati sono quelli post interventi di politica economica per il governo e il controllo della spesa. Al di sotto delle azioni di politica economica, i trend potenziali sono stati anche più forti. L’Italia, in questo, ha fornito un caso di scuola, quando, per il riaggiustamento di finanza pubblica preliminare all’ingresso nell’Euro, la sanità è stata chiamata a dare un contributo importante e anche pesante (Nel Grafico 4, l’avvallamento della spesa è evidente e distingue l’Italia da tutti gli altri Paesi).


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