Finanziare il welfare – 3. Demografia, Occupazione e Produttività in Italia
Tavola 4a – Indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività, scenario peggiore
fonte: elaborazioni Ncs su dati Istat
Tavola 4b – Indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività, scenario intermedio
fonte: elaborazioni Ncs su dati Istat
Tavola 4c – Indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività, scenario ottimista
fonte: elaborazioni Ncs su dati Istat
Nord Est (Tavole 4a, 4b e 4c) e Nord Ovest (Tavole 5° e 5b) condividono all’incirca gli stessi valori di I1 e I2. Nel caso Nord Ovest, gli scenari sviluppati sono due invece di tre, perché non è necessario ipotizzare convergenza della produttività (il Nord Ovest ha la produttività più elevata e funge da target).
Sono le ripartizioni che sperimenteranno i minori incrementi degli indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività. Partono da livelli inferiori alla media Italia e crescono anche più lentamente, aiutati dalle già elevate (relativamente al resto del Paese) occupazione e produttività.
Tavola 5a – Indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività, scenario peggiore
fonte: elaborazioni Ncs su dati Istat
Per queste due ripartizioni si rileva anche una bassa variabilità sia tra varianti delle proiezioni demografiche, sia tra scenari “peggiore”, “intermedio” e “ottimista”. Questa caratteristica ha due spiegazioni: da un lato l’invecchiamento sarà meno rapido nel Nord rispetto al resto del Paese, dall’altro, come si è già rilevato, i tre scenari sono poco distanti tra loro perché occupazione e produttività già prossimi ai livelli target per la policy. Anzi, in alcuni casi, i tassi di occupazione sono già oggi superiori al target di “Europa 2020”, e questo provoca il risultato controintuitivo che alcuni valori delle scenario “peggiore” risultano, anche se di poco, più favorevoli dei corrispondenti degli altri due scenari
Tavola 5b – Indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività, scenario intermedio e ottimista
fonte: elaborazioni Ncs su dati Istat
Va, ad ogni modo, sottolineato che, da oggi al 2060, sia I1 che I2 aumenteranno mediamente di 35-40 punti percentuali, lungo un percorso continuamente crescente e, anche in questo caso, senza inversione o stabilizzazione. Nonostante le performance di occupazione e produttività che il Nord del Paese già esprime, il peso dei non attivi sugli occupati costituirà una sfida da non sottovalutare. Da non sottovalutare – anticipando una considerazione che troverà spazio nel capitolo conclusivo – anche per evitare effetti depressivi nelle aree più industrializzate e produttive del Paese.
Tavola 6a – Indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività, scenario peggiore
fonte: elaborazioni Ncs su dati Istat
Tavola 6b – Indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività, scenario intermedio
fonte: elaborazioni Ncs su dati Istat
Il Centro (Tavole 6a, 6b e 6c) si discosta significativamente dal Nord solo nello scenario peggiore, dove pesano gli stacchi di occupazione e produttività. In questo scenario, partendo da valori di I1 e I2 superiori a quelli del Nord di 5-7 punti percentuali, il Centro fa registrare un aumento, da oggi sino al 2060, mediamente pari a 45-50 punti percentuali.
Se si introducono i target di policy su occupazione e produttività, le condizioni del Centro ricalcano grossomodo quelle del Nord: meglio della media Italia ma, come si è già detto a proposito del Nord, da non sottovalutare. Anche se distribuiti lungo un cinquantennio, gli incrementi di pressione sugli occupati andranno gestiti e resi compatibili. E raggiungere i target che allineerebbero il centro al Nord è un’operazione di policy difficile e che richiederà tempo, coinvolgendo molteplici ambiti di riforma.
Tavola 6c – Indicatori di dipendenza strutturale corretti per occupazione e produttività, scenario ottimista
fonte: elaborazioni Ncs su dati Istat