QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Finanziare il welfare – …Piano dell’Opera

Capitolo 1
La Demografia in Italia e nelle Regioni utilizza dati Istat per tracciare gli scenari demografici a medio-lungo termine dei territori italiani. Sono calcolati gli indici di dipendenza strutturale e l’incidenza delle età avanzate sul totale dei residenti. Si ha di fronte un processo di invecchiamento intenso, che riguarderà tutto il Paese ma con manifestazioni acute soprattutto al Mezzogiorno, dove l’invecchiamento si sovrapporrà alla contrazione della popolazione.

 

Capitolo 2
La Demografia in Europa allarga l’analisi al contesto internazionale. La sida demografica è comune a tutti i Paesi occidentali. In particolare, sperimenteranno un continuo invecchiamento le popolazioni di Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. Dopo il 2020-2025, in Germania vedrà un acutizzarsi del fenomeno rispetto alla media Europa.

Capitolo 3.
Demografia, Occupazione e Produttività in Italia combina analisi demografica e analisi economica. Gli indici di dipendenza strutturale sono integrati per inglobare il tasso di attività/occupazione e la produttività del lavoro. La finalità è quella di ottenere indicatori in grado di esprimere la sproporzioni generazionali non soltanto in termini di teste, ma anche di “sforzo” richiesto a attivi/occupati per generare risorse dell’economia cui, a vari titolo e misura, attingono tutti. Li si potrebbe definire: indicatori di pay-as-you-go complessivi o aggregati o Paese, di pay-as-you-go pubblico e privato nel senso descritto al capitolo 7. Considerare attività/occupazione e produttività serve anche a rendere gli indicatori confrontabili tra territori, soprattutto in un Paese come l’Italia dalle profonde differenze geografiche. Dappertutto, gli indicatori subiranno un continuo deterioramento, con quelli del Mezzogiorno che si staccheranno drasticamente dalla media Paese.

Capitolo 4.
Demografia, Occupazione e Produttività in Europa e Us estende a livello internazionale il calcolo degli indicatori di dipendenza corretti per attività/occupazione e produttività.Il problema del loro deterioramento è comune a tutti i Paesi a economia e welfare sviluppati, ma è l’Italia che ha davanti la sfida più pesante. L’Italia sembra toccata da una duplice linea di demarcazione: una esterna, di allontanamento da Paesi in cui le combinazioni di demografia e economia sono più virtuose o meno devianti (a seconda dei casi); e una interna, di rottura, lungo quelle stesse dimensioni, tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno.

Capitolo 5.
Il Pay-As-You-Go sanitario nelle Regioni italiane focalizza l’attenzione sul fabbisogno sanitario Lea e sulle risorse necessarie per dargli copertura. Dinamica crescente dell’incidenza della spesa sul Pil a livello nazionale, con una ampia variabilità tra territori secondo la tripartizione “storica” Nord, Centro, Sud. Carico sugli occupati (ponderati per produttività) elevato sia in termini di Euro che in percentuale del Pil pro-capite, e con una variabilità territoriale ancor più marcata delle incidenze sul Pil. Se si mettono in atto scelte di perequazione affinché ogni Regione finanzi la sanità con la stessa quota di Pil, o ogni occupato in ogni Regione finanzi la sanità con la stessa quota di Pil pro-capite nazionale, trasferimenti territoriali cospicui e perduranti, anzi addirittura in divaricazione da oggi sino al 2030. Un “dilemma” di sostenibilità al cui centro c’è il pay-as-you-go, che è il criterio di finanziamento grazie al quale il Ssn ha potuto nascere e svilupparsi

Capitolo 6.
Il Pay-As-You-Go attraverso il Programmi di Stabilità adotta una prospettiva diversa e complementare a quella dei precedenti capitoli. Sinora le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione sono state evidenziate utilizzando dati demografici, puri o integrati, per facilitare le comparazioni tra Paesi e tra Regioni, dai tassi di attività/occupazione e dalla produttività del lavoro. Qui la sostenibilità del pay-as-you-go viene investigata a partire dei Programmi di Stabilità o di Convergenza presentati dai Partner Ue. L’analisi viene calata direttamente nel quadro economico-finanziario nazionale a medio-lungo termine, così come descritto nell’annuale documento ufficiale di finanza pubblica che lega i Partner europei. Le criticità sono confermate: il carico su attivi/occupati, necessario a finanziare in pareggio pensioni e sanità pubbliche, supera già oggi soglie di guardia ed è destinato a crescere nel tempo.

Capitolo 7.
Ma lo snodo della sostenibilità del pay-as-you-go non è riferibile solo al pubblico in quanto tale, anche se nei Paesi in cui il welfare si poggia tutto o soprattutto sul pilastro pubblico è ovvio che l’analisi punti lì. Se lo chiede il capitolo Il Pay-As-You-Go pubblico e privato: Davvero così diversi? Con forme e modalità contrattuali diverse, la mutualità privatae il pooling assicurativo applicano un meccanismo di tipo pay-as-you-go in ambito privato. Proprio come il pay-as-you-go nell’alveo pubblico, anche questi pay-as-you-go privati sono posti sotto pressione da invecchiamento della popolazione, dinamica dei fabbisogni e stagnazione della crescita. Un esempio lampante viene dagli Stati Uniti. Se l’analisi svolta sui Programmi di Stabilità viene replicata per gli Us su dati del Budget Office, e se si includono le prestazioni pensionistiche e sanitarie private, diviene chiaro che il carico su attivi/occupati ha raggiunto livelli di soglia anche oltreoceano. Due modelli di welfare con radici e strumenti così diversi – l’europeo e lo statunitense – si trovano accomunati nella medesima sfida. Quali soluzioni si possono ipotizzare?

Capitolo 8.
L’idea del Fondo Welfare – Fintantoché il finanziamento sarà ricercato esclusivamente/prevalentemente nella ripartizione (il pay-as-you-go dei sistemi pubblici), nella mutualità diretta tra gruppi (come nelle storiche società di mutuo soccorso italiane) e nel pooling assicurativo (i sistemi assicurativi privati), o in pagamenti diretti dei cittadini, trasferimenti di quote delle prestazioni e della domanda dal pubblico al privato e viceversa non incideranno sulla capacità sistemica di governare l’invecchiamento e le tendenze di spesa. Questo è il motivo per cui per Europa e Stati Uniti imitarsi a vicenda non può essere la soluzione. Quello che sembra mancare nella struttura del finanziamento è una sufficiente quota di accumulazione reale delle risorse, tramite investimenti a medio-lungo termine sui mercati. Ma che cosa deve intendersi per “sufficiente”? E, soprattutto, quale veicolo finanziario utilizzare per realizzare questa “iniezione” di accumulazione reale? Il capitolo L’idea del Fondo Welfare e il capitolo con le conclusioni generali provano a dare delle risposte, delineando i termini generali di una soluzione operativa che potrebbe diventare quel nuovo “territorio di mezzo” cui far convergere il modello europeo e quello statunitense. L’Istituto del Rischio di Ginevra e l’Associazione New Welfare di Trieste potrebbero promuovere approfondimenti tecnici sul Fondo Welfare, con l’obiettivo di giungere ad un suo disegno completo e pronto all’uso.

Febbraio 2013

Con questo volume si inaugura la collana dei Welfare Reforming Books, gemella dell’altra, già attiva da qualche tempo, dei Welfare Reforming Papers. Tutti i documenti sono liberamente disponibili su Reforming.it (www.reforming.it). Un particolare ringraziamento all’amico Orio Giarini che ha accettatato di leggere il volume e racchiuderne il “succo” nella Premessa. A lui mi unisce il comune interesse per le tematiche del welfare e per le loro interconnesioni con l’economia, la società, la Politica.