Invecchiamento Attivo e Lifelong Learning
Due stimolanti temi che negli scorsi anni sono stati proposti a livello europeo, questo libro ci porta a pensarli insieme: il 1996 è stato l’Anno del Lifelong Learning, del continuare ad imparare lungo tutto il corso del vivere; più di recente, con l’Anno dell’Invecchiamento Attivo, si è rivolta attenzione a un modo nuovo di guardare, nel nostro vivere, il passare del tempo.
Il percorso di ricerca e di approfondimento che ci viene proposto in questo libro lo colgo come un’ occasione, perché ci si soffermi su processi importanti che caratterizzano la fase che stiamo vivendo. Dicendo lifelong learning ci si riferisce a un ambito di studi che si è affermato e sviluppato lungo diversi decenni. E ne abbiamo bisogno per capire il contesto in cui viviamo: le continue innovazioni, le relazioni in un mondo a dimensione globale, i cambiamenti nel nostro vivere quotidiano. Quanto al secondo tema, portare l’attenzione sull’invecchiamento dicendo invecchiamento attivo ha significato, lo direi così, una sollecitazione a leggere in una prospettiva sociologica un dato complesso. Un dato che ha rilevanza demografica, sollecita politiche sociali adeguate e mette in luce le esperienze molteplici del nostro vivere (certo anche novità, problemi). E i cambiamenti, soprattutto.
Forse potrà sembrare un po’ forzato collegare tra loro due dimensioni così diverse. Ma penso che in questo modo si apra una prospettiva che non guarda indietro, ma avanti. Percorsi lunghi di vita saranno in futuro un aspetto normale. Non vanno letti come problemi e pesi per la società: dovremmo farne una risorsa. Continuare ad imparare è un aspetto centrale. Anche essere e sentirsi attivi. Al centro, dunque, potenzialità e prospettive che appunto queste parole, attivi e imparare, suggeriscono. E aggiungo: la dimensione del lifelong learning lo ridefinisce, il nostro imparare. Siamo così abituati a riferirlo ai percorsi scolastici. A collocare l’apprendimento in istituzioni, o professioni, o contesti particolari. Non è così. Si va avanti nell’esperienza quotidiana del vivere, con stimoli, occasioni, cambiamenti, con i quali necessariamente ci confrontiamo. Per imparare si deve essere disposti ad impegnarsi, ad essere appunto attivi. Quello che abbiamo capito è che dicendo lifelong learning si porta l’attenzione sul processo: come nel percorso del vivere, via via, ci si ri-progetta, ci si ripensa, ci si ridefinisce. Siamo attori sociali.
Le narrazioni raccolte in questo libro ci portano a chiederci quanto si sia davvero consapevoli di queste dimensioni del nostro vivere. Ci sollecitano ad attivare modalità e pratiche, e una cultura, adeguate. Aggiungo: alcune ci commuovono, ci coinvolgono.
Questa ricerca, questo libro, dunque: occasioni per imparare.