L’allungamento della durata di vita, fondamento delle rivoluzioni sociali del XXI secolo: note per un progetto per Trieste, la Regione e il Nordest
l. L’“ invecchiamento”, un fenomeno mondiale che viviamo in anticipo
Non mancano gli articoli, gli studi e i dibattiti sul cosiddetto invecchiamento della popolazione:
• Trieste ha il tasso di pensionamento più alto d’Italia (40,8%, contro il 26,3% per tutta l’Italia).
• L’età media nel Friuli Venezia Giulia è di 45,1 anni, gli abitanti sopra i 65 sono il 21,8% della popolazione. Ci sono 26.000 disabili gravi e 26.718 disabili con supporto saltuario.
• Nel 2040 in Italia, il 46,2% della popolazione dovrebbe avere 60 anni e più (contro il 25% circa attuale e il 26% nel 2040 negli USA).
• Nell’ultimo decennio, la Germania ha speso annualmente per pensioni e salute ben oltre il 15% del PIL: dovrebbe salire al 25.5% del PIL nel 2040 (32% per l’Italia).
• La Cina, nel 2040, dovrebbe avere una popolazione sopra i 60 anni del 28%, dunque più degli Stati Uniti.
• Nel 2025, il 70% della popolazione mondiale sopra i 60 anni vivrà nei paesi in via di sviluppo.
• Nel 2050, secondo le previsioni delle Nazioni Unite, ci saranno nel mondo quasi 2 miliardi di persone sopra i 60 anni (che ovviamente sono tutti già nati…).
• Nel 2150, ci potrebbero essere nel mondo 1,2 miliardi di persone sopra gli 80 anni (uno su dieci).
È facile continuare con tante di queste statistiche e proiezioni. Importa osservare: il fenomeno dell’allungamento della durata di vita (detto “invecchiamento”) è un fenomeno mondiale, che l’Europa, gli Stati Uniti e il Giappone, vivono ora per primi e quindi abbiamo il vantaggio di far fronte a questa enorme rivoluzione sociale, per elaborare soluzioni, cultura e iniziative di portata via via universale. Persone anziane sono sempre esistite, ma in numero relativamente esiguo. Oggi, l’allungamento della durata di vita è un fenomeno di massa, primo esempio nella storia.
2. La longevità come diritto
Ma quanto a lungo la nostra specie può continuare a allungare il ciclo e la durata di vita?
Il potenziale di vita degli esseri umani quali siamo, da circa 100.000 anni, sarebbe, secondo il prof. Marigliano (gerontologo alla Sapienza di Roma) di 120 anni. Questo in condizioni ottimali nei rapporti fra patrimonio genetico e ambiente: tutti o quasi i decessi sarebbero dunque prematuri, e il processo di allungamento del ciclo di vita, sarebbe legato al miglioramento costante del potenziale di vita della specie umana com’è oggi nello studio sui centenari italiani, risulta che queste persone sono caratterizzate da: estroversione, amicalità, coscienziosità, apertura all’esperienza e stabilità emotiva; fondamentale per quelli che diventano longevi è condurre un vita attiva chiaramente grandi e non sempre prevedibili sviluppi dipendono dalla scienza (biologia, neurologia, fisica, ecc.) e dalle loro applicazioni tecnologiche (in particolare le nanotecnologie). Comunque sia, tutto questo induce a parlare della longevità come diritto da conquistare.
3. Qualità della vita e stato di salute
Chiaramente, il concetto di allungamento del ciclo e della durata della vita, si deve accompagnare a quello di vivere in buona salute. Su questo fronte, alcuni punti importanti:
• la trasformazione della medicina, sempre di più, in medicina preventiva piuttosto che curativa;
• la riclassificazione delle malattie, come proposto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sulla base di una “classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute”, che mette al primo posto le capacità degli individui in termini di autonomia, adattamento, formazione. Una definizione dunque positiva della salute e non basata su fattori negativi (le “malattie”);
• da notare anche che l’OMS definisce come età media quella fra i 45 e 59 anni, gli anziani fra 60 e 74, vecchi fra 75-90 e i grandi vecchi oltre i 90;
• una grande questione, talvolta controversa, è quella di verificare fino a che punto l’allungamento della durata di vita si traduce per uno spostamento a più tardi nell’età delle varie forme di malattia e impedimenti, e fino a che punto invece questo spostamento è poco significativo e siamo di fronte semplicemente a un fenomeno di allungamento della durata della crescita di spese mediche;
• ma comunque sia il miglioramento delle condizioni medie di salute è imponente e non siamo lontani dal traguardo in cui fra i 75 e gli 80 anni la grande maggioranza della popolazione vive in buona salute ed è o può essere attiva.
4. Rivediamo le carte con cui giochiamo: si tratta di “ invecchiamento” o di “svecchiamento”?
È utile ripensare il modo di fare statistiche e di rappresentare il problema:
• molti dati si riferiscono al “ tasso di dipendenza “ (il rapporto fra gli anziani considerati senza lavoro e gli attivi) a partire dai 60 anni: è un giudizio e una condanna piuttosto che un fatto. A 60 anni la speranza di vita nel Friuli Venezia Giulia è cresciuta a oltre 18 anni per gli uomini e oltre 23 per le donne. Questo riflette un aumento della speranza di vita di 2 a 3 mesi (in certi casi di più) ogni anno, come nel resto d’Europa. Fra i 75 e gli 80 anni, la grande maggioranza della popolazione è in sufficiente buona salute.
• Una statistica pubblicata da “Il Piccolo”, forniva come disegno per indicare gli “over 65”, la figura di una persona con bastone e ricurva. L’“immagine” supera e offusca la realtà.
• Si prendano le statistiche sulla vita “mediana” in Italia: questa era di 33 anni nel 1980, è ora di circa 40 anni e nel 2020 sarà di 47 anni. Se i “giovani” sono quelli nella categoria prima dell’età mediana, allora si può concludere che sono i giovani diventare in gran parte “vecchi”
• come fanno alcuni demografi, invece di definire l’“invecchiamento” a partire dall’anno di nascita, si può invertire l’analisi e partire dall’anno (probabile) di decesso. Mentre ai tempi di Bismark si mise in piedi uno dei primi sistemi di pensione, ottenibile all’età media della morte (verso i 50 anni), è chiaro che con lo stesso principio si dovrebbe ora fissare la pensione a circa 80 anni. È comunque su questa base che dovrebbe essere valutato l’invecchiamento reale della popolazione. Di fatto viviamo un periodo di “Svecchiamento”.