QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Stili di vita: rischi e costi nel lungo termine. Proposte di cambiamento: Case Study nel Regno Unito

1. Introduzione

Il focus di questo articolo è come il migliorare le “opportunità di salute” per coloro che appartengono al gruppo d’età 40-65 anni, la generazione anziana di domani. La riflessione avviene in un contesto di limitazione dei finanziamenti, cosicchè i servizi medico-sanitari sono posti nella condizione di dover affrontare una richiesta di servizio che conoscerà un incremento del 25% nel corso dei prossimi cinque anni, mentre il finanziamento in termini reali aumenta solo del 5%. In questa situazione è vitale adottare un metodo preventivo. Evidenze empiriche mostrano i benefici positivi dell’esercizio fisico. È comprovato come l’attività fisica sia efficace per il mantenimento di una buona salute e utile ad impedire una serie di problemi di natura sanitaria, fisica e mentale. La ricerca ha indicato che coloro che svolgono con regolarità un’attività fisica :

● riducono la probabilità di svilupare il diabete di tipo 2 del 33/50%;

● migliorano l’efficacia dei trattamenti nell’alcolismo, nell’osteoartrite e nella schizofrenia1;

● in generale il rischio di cancro si riduce sia in frequenza che in intensità2;

● ricevono benefici psicologici ed è efficace nel trattamento della depressione almeno quanto il farmaco;

● fornisce ai pazienti nel periodo di terapia un migliore senso di coinvolgimento nelle proprie cure e anche un approccio più propositivo;

● riduce, fino ad un quarto, le cadute in pazienti che soffrono di osteoporosi;

Infine vi è un collegamento fra salute mentale e salute fisica: tra coloro che hanno problemi mentali è più probabile sviluppare problemi fisici e viceversa. Il miglioramento delle condizioni di salute può anche svolgere un ruolo importante nel migliorare le condizioni di lavoro. Esempi a livello internazionale suggeriscono che per i disoccupati la probabilità di rientrare nel mondo del lavoro è influenzata dalla loro salute. Anche lo status lavorativo influenza le condizioni di salute. Il professor Harvey Brenner dell’Università del North Texas Health Science Centre ha studiato il rapporto fra la mortalità causata da attacco cardiaco e cambiamenti economici, comprendendo anche la disoccupazione nella Repubblica Federale Tedesca fra 1951 e 1989. Il professor Brenner è giunto alla conclusione che l’aumento della disoccupazione e i fallimenti economici determinano in modo direttamente l’aumento del tasso di mortalità per attacco cardiaco. I grandi benefici generati dalla salute fisica sono spesso sottostimati. Tra gli effetti positivi si possono annoverare individui più sani e che sono più produttivi al lavoro, con minori richieste di sussidi al Sistena Sanitario Nazionale. Come ha riconosciuto Dame Carol Black nella sua analisi commisariata dal Governo inglese sulle condizioni di salute sul luogo di lavoro in Inghilterra “una buona salute è un buon business” e una forza lavoro in buona salute fa bene ai lavoratori e all’economia3.

Altre ricerche supportano il valore economico che le condizioni di salute hanno nel lavoro. I numerosi studi hanno differenti approcci e metodi e partono da presupposti differenti (in particolare per quanto riguarda il come stimare il valore economico perso a causa di malattia) ma tutti evidenziano che i costi sono molto elevati. Per esempio:

● La ricerca svolta da PricewaterhouseCoopers ha suggerito che i programmi per la salute dei lavoratori hanno un potenziale per garantire un’immediata redditività in termini di riduzione delle assenze per malattia4. È stato valutato che nel Regno Unito ogni anno vengono persi 30 milioni di giorni lavorativi a causa di malattia e che questo costa all’economia circa 30 miliardi di sterline (circa 3% del PIL). Queste perdite si ripercuotono in modo disomogeneo sulle piccole e medie imprese.

● I programmi per la salute di successo inoltre affrontano il “presenteismo” (prestazione e produttività ridotta causata da lavoratori in cattive condizioni di salute che rimangono al lavoro). Il presenteismo, specialmente se associato a malattie nervose o mentale, è valutato che provochi una perdita in termini economici pari a 1,5 volte rispetto all’assenteismo e risulta costare all’economia inglese 15,1 miliardi di sterline5.

● Particolari stili di vita possono avere un effetto importante sull’attività lavorativa. Per esempio, gli impiegati obesi hanno la probabilità di essere più assenteisti rispetto alla media, 1,5 volte in più rispetto a coloro con peso ottimale6. Le cattive abitudini alimentari generano una perdita di quasi 97 milioni di giorni lavorativi, pari a 16,5 miliardi di sterline secondo la BaxterStorey Workplace Productivity Survey7.

L’integrazione con successo di un lavoratore dopo un periodo di malattia deve essere una parte integrante di una gestione manageriale finalizzata a preservare la salute dei lavoratori. Molti paesi sviluppati indirizzano considerevoli risorse a questi programmi e questa è un’area in cui il Regno Unito ha realizzato progressi insufficienti8. Conferme a livello intrrnazionale evidenziano il valore delle iniziative a favore delle condizioni di salute sul luogo di lavoro. Un’analisi negli Stati Uniti su 28 studi tra loro non correlati mostra che i risparmi complessivi di una politica a favore di una migliore salute sono pari a tre o quattro volte il costo dei programmi stessi9. Uno studio successivo ha trovato che negli Stati Uniti il 65% delle aziende pianificano attività per migliorare le condizioni di salute (e di conseguenza la produttività), mentre tale numero è pari al 16% in Europa10. La ricerca inoltre ha evidenziato che il 77% delle aziende multinazionali negli Stati Uniti credono di poter migliorare la salute ed il rendimento dei dipendenti. Vi sono iniziative da parte degli imprenditori per aumentare la motivazione del personale. Un’esperienza particolarmente riuscita riguarda la Global Corporate Challenge in cui piccoli team si fanno concorrenza tra di loro in termini di progressi effettuati nel corso di un periodo prestabilito (125 giorni). Le idee realizzate dai gruppi e della concorrenza hanno coinvolto l’interesse dei dipendenti.

Una ricerca condotta tra i datori di lavoro del Regno Unito, che ha mostrato i programmi finalizzati a migliorare la salute dei dipendenti, ha individuato un certo numero di fattori chiave utili a realizzare un modello di riferimento di successo per questi programmi. I fattori includono:

impegno dei responsabili senior, in particolare quando vengono richieste risorse finanziarie per coprire i costi iniziali dei programmi. I Senior Managers possono anche svolgere un ruolo chiave nell’indicare l’importanza di un sano stile di vita grazie al supporto dell’impresa.

● I servizi dovrebbero adattarsi alle esigenze degli individui e del luogo di lavoro.

● I responsabili ai vari livelli dovrebbero essere consapevoli del loro ruolo nella prevenzione ed intervenire con efficacia nel caso di cattive condizioni di salute.

● Dovrebbe essere garantita la possibilità di effettuare scelte alimentari sane in particolare negli ambienti in cui si lavoro per molte ore.

● I risultati sono molto più efficaci se coniugati con un lavoro flessibile e vi è la possibilità di interagire anche con i dipendenti che non sono sul luogo di lavoro.

Vi è una genuina preoccupazione per quanto riguarda l’adozione dei programmi finalizzati al benessere dei dipendenti. Le aziende che hanno introdotto questi programmi hanno trovato che migliorano tutte le mansioni lavorative e che permettono un risparmio in termini monetari. Per tutti casi discussi in questo rapporto i benefici per le imprese partecipanti sono stati chiari. Le misure introdotte hanno migliorato sia la presenza che il rendimento degli impiegati:

● British Telecom (BT) ha ridotto il numero dei giorni persi a causa di malattia dal 2,8% al 2,4% tra il 2003 ed il 2008.

● EDF Energy ha ridotto il numero di incidenti sul lavoro per 1.000 dipendenti passando dal 1,68% al 0,49% tra 2004 e 2007.

● GlaxoSmithKline (GSK) ha risparmiato 2,4 milioni di sterline con il programma mental resilience dal 2002.

● Nestlé ha ridotto il tasso di assenteismo per malattia dal 4.8% al 3,1%.

Non tutti gli imprenditori sono informati dei programmi realizzati. In realtà, come appare dagli esempi citati in precedenza, ci sono valide ragioni economiche per realizzare analoghi programmi per migliorare la salute dei dipendenti delle piccole imprese. Sebbene molti piccoli e medi imprenditori non hanno registrato alcun effetto sulla loro attività a causa di malattia – il 43% delle risposte ad un’indagine della Federation of Small Businesses11 ha indicato che non vi era stata alcuna assenza per malattia nei precedenti 12 mesi – le piccole e medie imprese sono più vulnerabili alle conseguenze dovute all’assenza per malattia. Infatti sopperire a mansioni lavorative improvvisamente mancanti può spesso essere problematico12. I potenziali benefici per un lavoratore in buona salute sono assai persuasivi per le aziende. La diffusione di queste practice sta aumentando proprio in un momento in cui i datori di lavoro stanno affrontando la sfida dell’invecchiamento della mano d’opera così come la nostra società sta affrontando l’invecchiamento della popolazione.

Nick Bosanquet: Professore di Health Policy, Imperial College, Londra
Helen Rainbow: Ricercatrice Senior sulla Sanità, Reform, Londra
1 Daley, A. (2002), “Exercise therapy and mental health in clinical populations: Is exercise therapy a worthwhile intervention?”, Advances in Psychiatric Treatment, 2: 263.
2 Davey Smith G., et al. (2000), “Physical activity and causes specific mortality in the Whitehall study”, Public Health, 114:308-315, in Department of Health (2004), At least five a week: Evidence on the impact of physical activity and its relationship to health, 59.
3 Black, C. (2008), Working for a Healthier Tomorrow.
4 PricewaterhouseCoopers (2008), Building the Case for Wellness.
5 Sainsbury Centre for Mental Health (2007), Mental Health at Work.
6 The Oxford Health Alliance (2008), The OxHA Workplace Health Programme.
7 Business in the Community (2008), Nurture and Grow: Your People, Your Business.
8 Association of British Insurers (2005), Improving the Health of the Working Population.
9 The Health Project Consortium et al. (1993), Reducing health care costs by reducing the need and demand for medical services.
10 Watson Wyatt (2006), Adopting a global healthcare benefits strategy.
11 Federation of Small Businesses (2006), Health Matters: The Small Business Perspective.
12 Federation of Small Businesses (2006), Health Matters: The Small Business Perspective.


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