QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Editoriale: Alcuni punti fermi sulla rivoluzione demografica

Ci sembra utile richiamare l’attenzione su tutta una serie di punti strategici che riguardano la rivoluzione demografica in corso, da ora verso il futuro, e che motivano la pubblicazione di questi Quaderni Europei sul Nuovo Welfare:
•    la sostenibilità: l’allungamento della durata di vita è un fenomeno chiave della sostenibilità delle nostre società alla pari del problema dell’energia e dell’ambiente (inquinamento, risorse). Solo la questione della pace e delle varie forme di guerra rappresenta un più alto grado di drammaticità e urgenza.
•    La dimensione globale: si tratta di un fenomeno che si estende via via a tutto il pianeta. Secondo le previsioni delle Nazioni Unite, ci saranno al mondo, nel 2050, quasi 2 miliardi di persone sopra i 60 anni. Nel 2025, il 70% della popolazione vivrà nei paesi in via di sviluppo. Nel 2150 ci potrebbero essere nel mondo 1,2 miliardi di persone sopra gli 80 anni.
•    Lo svecchiamento: uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come età media quella fra 45 e 59 anni, gli anziani fra 60 e 74 anni, vecchi fra 75 e 90 e i grandi vecchi oltre i 90. Si può ormai constatare che i sessantenni di oggi hanno la forma fisica e mentale di coloro che avevano fra 40 e 50 anni (ed anche meno) un secolo fa. A 60 anni la speranza di vita media si avvicina ai vent’anni e a 80 anni la grande maggioranza delle persone (oltre l’80%) è largamente autonoma. è improprio dunque interpretare il fenomeno dell’allungamento della durata di vita come semplicemente un fatto d’invecchiamento della popolazione.
•    Un fenomeno di massa: persone anziane e grandi vecchi sono sempre esistiti. Ma ora questo fenomeno riguarda la grande maggioranza della popolazione.
•    Le attività produttive dopo i 60 anni: queste riguardano sia le attività rimunerate che le attività benevole di ogni tipo. Sono la garanzia per un miglior stato di salute, fisica e mentale.
•    La promozione del lavoro per gli anziani (da sessanta anni ed anche prima): è importante come complemento di ogni forma di pensione o sussidio. Come avviene già in altri paesi, l’accumulo pensione — lavoro diverrà a poco a poco una chiave del Welfare. Sarà sempre più adottata e favorita, anche in tarda età, soprattutto per il lavoro a metà tempo e flessibile.
•    Il pensionamento pubblico, basato sulla ripartizione (pay-as-you-go), rimarrà un pilastro importante (il primo) confondendosi, via via con il sistema fiscale, al punto da considerarsi una “negative income tax“ (le entrate integrate sempre di più da vari tipi di imposte, e i pagamenti fondati sul principio della giustizia sociale su una soglia minima accettabile di sopravvivenza generalizzata).
•    Il pensionamento capitalizzato (secondo pilastro), che alcuni paesi hanno già cominciato a rendere obbligatorio, fornirà sempre più i complementi necessari di pensione per vivere meglio, tenendo conto anche delle capacità di guadagno.
•    Il terzo pilastro troverà nuove forme di estensione per favorire il risparmio individuale sotto varie forme.
•    I costi della salute dovranno anche trovare dei complementi di sostegno reciproco sulla falsariga dei tre pilastri per le pensioni. In molti casi si apriranno nuove varie strade di integrazione sia per la redistribuzione che per l’accumulazione fra pensione e costi sanitari. Questi ultimi sono destinati a un largo incremento come conseguenza di sempre nuovi trattamenti, medicine e interventi che allungano la durata di vita e anche di molto la sua qualità. Come tali sono spese indicatrici di un aumento del valore economico e sociale.
•    L’estensione della vita attiva rappresenta il quarto pilastro del Nuovo Welfare e come tale richiede anche:
•    una rinnovata capacità ed estensione della formazione a tutte le età, anche dopo i 70 anni. Anche i casi isolati di formazione superiore, universitaria e post-universitaria in tarda età, che oggi si registrano come curiosità, sono destinati a crescere.
•    Il riconoscimento del fatto che l’evoluzione dell’economia è fondata sempre più sulle attività dei servizi (che richiedono da una parte tecnologie avanzate e dall’altra esperienza). Le funzioni di servizio favoriscono l’attività lavorativa di tutti, a tutte le età. Sarà importante prendere atto che l’economia moderna è fondata per almeno l’80% della produzione del valore e della ricchezza su queste attività di servizio. Che questo valore è oggi mal calcolato con i parametri di quando la Rivoluzione Industriale era al suo apice: da una parte si calcola come valore aggiunto una quantità di produzioni di recupero che misurano perdite di ricchezza (vedi i costi di trattamento degli scarti e degli inquinamenti) e dall’altra mancano i mezzi per valutare adeguatamente gli ingenti aumenti di produttività legati per esempio alla diffusione dei sistemi informatici. I primi sono valutati come valore aggiunto, mentre rappresentano in valore dedotto, i secondi sono “fuori mercato” (senza valore) perché spesso legati ad attività non rimunerate (come la produzione di questa rivista). Spinti anche dalle crisi finanziarie è urgente rispondere nelle nuove condizioni alla domanda di Adam Smith: come si crea la ricchezza delle nazioni? La grossa differenza nella risposta è che ai suoi tempi la priorità per lo sviluppo era legata esclusivamente al nascente nuovo sistema manifatturiero, escludendo i servizi. Ai nostri tempi questo rapporto si è modificato fondamentalmente: è l’economia fondata sui servizi (che utilizzano anche la manifattura) che definisce in modo nuovo il valore da cui dipende la ricchezza delle nazioni.
Al centro di tutto il capitale umano, che si estende anche con l’allungamento della durata di vita e che deve essere sempre meglio riconosciuto e promosso come fonte di sviluppo.

Questo editoriale accompagna la pubblicazione n. 10 dei Quaderni Europei sul Nuovo Welfare — svecchiamento e società. Gli editori e tutto lo staff sono molto felici del successo riscontrato dai Quaderni e per questo ringraziano i loro numerosi lettori.
L’incipit dei Quaderni Europei fu il convegno internazionale “Strategies for the New Welfare Society in the Larger Europe” che si svolse a Trieste nel 2004.
Nel 2005 venne pubblicato il primo numero degli “European Papers on the New Welfare — the Counter-Ageing Society”, il cui focus principale era ed è mettere al centro la questione cruciale dell’allungamento della vita e le sue ripercussioni in ambito sociale, economico e sanitario. Da allora sono stati pubblicati 10 numeri, in italiano e in inglese, e da più di un anno è stato creato il sito www.newwelfare.org (più di 10.000 visitatori al mese) che raccoglie tutti gli articoli dei diversi numeri dei Quaderni.
Lo scorso ottobre 2007 si è svolto a Torino il secondo convegno internazionale “The New Welfare — The Counter-ageing Society”, organizzato da Macros Research, The Risk Institute e l’Associazione di Ginevra con il supporto di Fondiaria-SAI, Eurizon Vita e Intesa Sanpaolo (il programma è disponibile nel n. 8 degli European Papers e nel sito www.newwelfare.org).
Una terza conferenza internazionale si terrà nel 2009 e si stanno già promuovendo workshops sulle questioni e problematiche inerenti al Welfare in diversi luoghi da Milano, a Lubiana, a Ginevra con l’obiettivo di selezionare contributi fondamentali per la preparazione di questo terzo convegno internazionale.
Il presente Quaderno n. 10 presenta i contributi più significativi del convegno di Torino, che in parte sono già stati pubblicati in inglese nel n. 9 degli European Papers.
Il convegno di Torino ha rappresentato un momento di incontro e di dibattito tra i più prestigiosi esperti ed accademici internazionali sulle proposte di un nuovo Welfare per una società che sta svecchiando (counter-ageing society).
Nella prima sezione della pubblicazione“Allungamento del ciclo di vita: introduzioni” gli autori dei diversi articoli (Ivo Šlaus, Enrico Salza, Claude Bébéar e Fausto Marchionni) concordano nel sottolineare come la questione demografica con l’allungamento della vita sia “da considerare come una fondamentale risorsa per lo sviluppo economico e sociale del Paese”(Enrico Salza). Claude Bébéar nel suo articolo si riferisce anche all’esperienza giapponese — paese emblematico per la longevità della sua popolazione — “dove il cosiddetto peso della vecchiaia si sta trasformando in risorsa positiva per l’innovazione e per i consumi”.
Fausto Marchionni conclude che “si tratta, di operare un salto culturale in avanti, verso una concezione che individua nella longevità una risorsa preziosa. Ripensare il legame tra economia e longevità ci permetterà non soltanto di rispettare gli obiettivi comunitari che intendono preservare la sostenibilità dei sistemi sociali continentali, ma offrirà una carta in più per governare l’economia della conoscenza”.
La seconda sezione “Sanità, Invecchiamento e Svecchiamento” presenta diversi interventi sulla questione sanitaria del processo di invecchiamento. La sfida della geriatria “è di identificare i fattori che consentono di arrivare a cento anni, perché la longevità non è un evento straordinario ma un diritto che ognuno può conquistare”(Marigliano).
Altri articoli affrontano la questione delle politiche sanitarie in Europa e il loro finanziamento, la sfida del Long Term Care nel settore privato, mercato già attivo in Francia ed in America con prospettive e capacità innovative per il futuro. A questo riguardo è necessario, al fine di pianificare politiche adeguate ed interventi mirati, avere informazioni precise sul grado e sull’impatto della disabilità nella popolazione anziana nel panorama europeo. Tuttavia la disabilità degli anziani può essere gestita meglio e ridotta di molto e ottimizzando le risorse disponibili promuovendo l’autonomia individuale grazie alla domotica, che identifica “le tecnologie più consone affinché il paziente raggiunga gli obiettivi di vita prefissi” (Pangher).
Nella terza sezione “Problemi e Politiche Europee del Welfare” si mettono in evidenza le politiche europee del Welfare e la questione dell’invecchiamento attivo (Active Ageing).
Di fronte alle politiche europee a favore dell’allungamento della vita lavorativa, il nostro paese necessita ancora di impostare nuove importanti iniziative in questo settore. Incoraggiante la ricerca condotta a Malta che evidenzia le iniziative di alcune aziende volte ad assumere lavoratori anziani.
La volontà di essere ancora attivi nel mercato del lavoro è ben illustrata e documentata nella ricerca “Silver Workers” che l’università Leuphana di Lueneburg e l’Associazione di Ginevra hanno condotto su circa 150 pensionati in Germania.
L’idea comune, che è alla base dei Quaderni, non è l’invecchiamento della popolazione ma è il grande potenziale di svecchiamento definito in inglese come processo di counter-ageing. Oggi si vive sempre più a lungo e in migliori condizioni di salute, per esempio una donna di 60 anni si può paragonare ad una di 45 anni di 40 anni fa e a 60 anni una donna ha ancora mediamente un’aspettativa di vita di circa 24 anni.
Ben comprendere il processo di svecchiamento e la sua diffusione nel mondo è un punto di partenza chiave per il futuro di tutti.



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