QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Lavorare oltre i 60 anni: aspetti fondamentali e raccomandazioni

Riassunto

Questo articolo dedicato al lavoro oltre i 60 anni consiste innanzitutto in una breve panoramica su alcuni aspetti e risultati illustrati in un volume pubblicato di recente dall’autore, in cui si dimostra come i vincoli demografici e pensionistici possano rappresentare una sfida costruttiva alla luce dei nuovi scenari sociali e occupazionali, oltre ad analizzare il modo in cui la riduzione dell’orario lavorativo e la promozione della gestione dell’età possono contribuire al prolungamento della vita lavorativa.
Nella seconda parte dell’introduzione si riporta un estratto del capitolo 9 del libro, riguardante il bisogno di equità, diversità e flessibilità. Nella terza parte si riassumono le principali raccomandazioni politiche fatte.
Parole chiave: occupazione; pensioni; lavoratori anziani; politiche pubbliche sociali e occupazionali; gestione dell’età in azienda.


1. Introduzione

A causa dei cambiamenti demografici presenti e futuri, tutti i membri dell’UE hanno recentemente proceduto a importanti riforme dei sistemi pensionistici. Tali innovazioni in genere prevedono l’innalzamento dell’età pensionabile, (o l’aumento degli anni di contribuzione), una maggiore flessibilità riguardo al pensionamento obbligatorio e sforzi tesi a estendere il periodo di contribuzione necessario a ricevere le prestazioni pensionistiche nella loro interezza. In poche parole, si incoraggiano un pensionamento tardivo e più flessibile e la combinazione di pensione e reddito da lavoro. I responsabili a livello politico e la Commissione europea1 hanno anche compreso che per applicare tali riforme e rispondere in maniera efficace alle sfide demografiche è essenziale rafforzare il tasso di attività dei lavoratori “anziani”. Se è diventato chiaro perché sia necessario lavorare oltre i 60 anni, rimane da decidere chi e come sia chiamato a farlo.
Nel contesto del Programma dei quattro pilastri, l’Associazione di Ginevra, già da 20 anni consapevole della necessità di definire politiche globali in grado di affrontare la crisi dei nostri sistemi di previdenza sociale, si è fatta promotrice del prolungamento flessibile della vita lavorativa (il “quarto pilastro”), uno dei passi essenziali da compiere per garantire il finanziamento delle pensioni in futuro.2 Tuttavia, se si vuole che il prolungamento della vita lavorativa risulti fattibile e sufficientemente generalizzato, è necessario tenere in considerazione i desideri e le necessità di lavoratori e aziende. Il Programma dei quattro pilastri si è concentrato sull’idea del pensionamento graduale innanzitutto come possibile modalità di transizione tra l’uscita dal mondo del lavoro e il raggiungimento dell’età pensionabile e in seconda battuta in quanto percorso “naturale” verso il prolungamento della vita lavorativa. È emerso che part-time e flessibilità riflettono i recenti cambiamenti avvenuti a livello di mercato del lavoro, del settore dei servizi e delle nuove strutture sociali che influiscono sul ciclo biologico. Si è quindi proposto di affiancare politiche mirate a incoraggiare impieghi part time e flessibili dopo i 60 anni ad altre misure volte alla gestione dell’età (per esempio la formazione permanente o continua), parallelamente a una diversificazione delle carriere che permetta ad alcune categorie di lavoratori di andare in pensione prima di chi svolge compiti di natura principalmente intellettuale.


2. Breve panoramica sui contenuti del volume Working Beyond 60

2.1 Lavorare oltre i 60 anni: perché? Limiti e opportunità

Probabilmente è l’allungamento della vita la conquista principale del XX secolo: non solo si vive più a lungo, ma si è anche avuto un miglioramento delle condizioni di salute della popolazione di età compresa tra i 60 e gli 80 anni. Rispetto a mezzo secolo fa, le persone vivono in buona salute tra 10 e 20 anni di più. Non è solo la vecchiaia a durare di più: anche l’età adulta si è allungata e i giovani oggi possono dedicare allo studio un numero maggiore di anni. Di conseguenza, si va in pensione prima che si sia superata la soglia della terza età, che dunque va ridefinita perché non corrisponde più al momento del pensionamento, tantomeno a quello dell’abbandono della vita attiva.3 Rimane però senza risposta la domanda più importante: come riusciremo a finanziare 20 anni di pensione per gli uomini e 25 per le donne (media delle proiezioni nell’Europa dei 15)?
Nel corso degli ultimi due decenni, il prepensionamento è diventato una pratica generalizzata e si è progressivamente trasformato in un importante paradosso sociale, costituendo spesso un’esperienza difficile per i lavoratori a causa della mancanza di un periodo di transizione vero e proprio tra lavoro e pensione a tempo pieno. Il problema derivante da un’uscita relativamente anticipata dal mercato del lavoro si è fatto sempre più pressante man mano che si allungava la speranza di vita in buone condizioni di salute, per cui un numero crescente di sessantenni restava attivo e sano pur essendo estromesso del tutto dal mondo lavorativo. In diversi Paesi, soprattutto nell’Europa continentale (per esempio Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi e Austria), e in molte aziende (in particolare quelle più grandi) questa situazione è stata e continua a essere ritenuta da molti un nuovo “diritto sociale”.4
Previsioni demografiche e limiti di bilancio hanno costretto i membri OCSE a una profonda revisione e a un aggiornamento dei rispettivi sistemi previdenziali, soprattutto per quanto riguarda i regimi pensionistici. Rimane però la questione principale: come rendere possibile il lavoro dopo i 60 anni? Come incoraggiare aziende e dipendenti ad adottare un approccio costruttivo che renda possibile per entrambi prolungare il rapporto di lavoro oltre i limiti odierni?

Geneviève Reday-Mulvey: The Geneva Association, 53, rue di Malagnou 1208, Switzerland, E-mail: genevieve_reday@genevaassociation.org. Geneviève Reday-Mulvey è a capo del Programma dei Quattro Pilastri presso l’Associazione di Ginevra e nel 2005 ha pubblicato il libro Working Beyond 60: Key Policies and Practices in Europe, Palgrave Macmillan, Basingstoke. Questo articolo è apparso in inglese sui Geneva Papers on Risk and Insurance, volume 30, n. 4, ottobre 2005.
1 European Commission (2003a, b).
2 Delsen and Reday-Mulvey (1996).
3 Auer and Fortuny (2000).
4 Guillemard (2003).


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