Il ruolo delle assicurazioni private in una società di fronte all’allungamento del ciclo di vita
1. Introduzione
La Comunità Europea è attraversata da una generalizzata crisi del welfare state, fenomeno che è interpretato da più parti come una vera e propria trasformazione d’identità del tradizionale paradigma di stato sociale, destinato a trovare un nuovo equilibrio.
L’Europa ha tassi di natalità molto bassi e il processo di invecchiamento della società impone misure urgenti per fare fronte a quelli che nei prossimi decenni potrebbero rivelarsi problemi insostenibili per gli stati nazionali: il servizio sanitario-assistenziale e la protezione previdenziale.
In questo contesto si dovranno inserire gli operatori privati e in particolare le assicurazioni, che da fornitori di servizi assumeranno via via un ruolo sempre più attivo nella costruzione di uno sviluppo che sappia garantire adeguati livelli di protezione, sicurezza e benessere. Oltre a un grande senso di responsabilità, la governance di questo cambiamento richiederà alle compagnie assicuratrici la chiara consapevolezza del quadro in cui saranno chiamate ad operare, tema al quale ho dedicato il mio intervento.
2. Lo scenario demografico
Punto di partenza della nostra indagine sono le statistiche sul processo di senilizzazione della popolazione, inteso come progressivo aumento sia del numero sia dell’età media degli anziani: tale fenomeno è comune a livello europeo, sia pure con dinamiche differenziate.
In effetti, come risulta dalla figura 1, nei Paesi dell’Europa settentrionale in cui il processo è iniziato prima, la quota di “grandi anziani”, ovvero di persone con età superiore a 80 anni, è più elevata (29% Francia, 25% Regno Unito e Germania), mentre nei Paesi dell’Europa meridionale, quali l’Italia, la Spagna, la Grecia ed il Portogallo, è già alta la quota di popolazione con età superiore ai 65 anni (18% rispetto circa 16% degli altri 3 Paesi), ma è attualmente ancora relativamente bassa la quota di popolazione ultraottantenne (22%).
Figura 1: Il processo di senilizzazione della popolazione
Fonte: ISTAT e Eurostat.
Per quanto concerne in particolare l’Italia, le proiezioni demografiche evidenziano per il 2050 un serio problema demografico: se nel 2000 le persone di età superiore ai 65 anni erano nel nostro Paese il 18% della popolazione (e all’interno di questi il 22% era costituito da “grandi anziani”), le proiezioni a cinquant’anni di distanza ci dicono che quella cifra duplicherà, passando dal 18% al 34%, portando addirittura al 41% la percentuale relativa di ottuagenari. Questo significa, in definitiva, che nel 2050 un italiano su tre avrà un’età superiore ai 65 anni, e tra gli anziani 4 su 10 avranno più di ottant’anni.
Una prima conseguenza di tale evoluzione demografica sarà l’innalzamento del tasso di dipendenza della popolazione pensionabile su quella attiva, perché, come evidenziato nella figura 2, mentre nel 2000 le persone con più di 65 anni erano il 27% della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, nel 2050 questa percentuale salirà al 61%, cifra che impedirà allo Stato di avere un gettito sufficiente a pagare una previdenza capace di mantenere l’attuale tenore di vita. A questo proposito l’Italia dovrà fronteggiare un problema assai più grave che nel resto d’Europa, dove Germania, Francia e Regno Unito, pur raddoppiando il proprio tasso di dipendenza, si fermeranno a percentuali comprese tra il 42% e il 49%.
Fausto Marchionni: Professore, Amministratore Delegato e Direttore Generale, Gruppo FONDIARIA-SAI.
Tag:assicurazioni e ciclo di vita, sistema previdenziale