L’invecchiamento del Regno di Mezzo: aspetti demografici ed economici delle politiche pensionistiche in Cina
Figura 9: Il regime pensionistico cinese invecchia più rapidamente del totale della popolazione
Fonte: ONU (2003) e MOLSS (2003 e 2004).
Il crollo del rapporto di mantenimento si traduce immediatamente in un aumento dei costi. Anche se il tasso di contribuzione varia notevolmente a seconda della provincia, nel caso del regime pensionistico di base in genere è pari al 24% della retribuzione, il doppio rispetto al sistema previdenziale degli Stati Uniti. Se si aggiungono i contributi obbligatori per l’assicurazione sanitaria, l’assicurazione disoccupazione e il fondo di previdenza per la casa, il tasso di contribuzione alla previdenza sociale cinese si avvicina al 50% della retribuzione, un livello paragonabile ai sistemi previdenziali europei più generosi.6
Siccome i regimi pensionistici pubblici coprono solo una parte della forza lavoro, in rapporto all’economia nel suo complesso la spesa risulta modesta. Nel 2002 la Cina ha dedicato circa il 3,5% del PIL alle pensioni statali, sia quelle per i funzionari che quelle rurali. Circa lo 0,5% del PIL è stato destinato alle prestazioni sanitarie per i pensionati, così portando il costo totale dei servizi pubblici di anzianità al 4,0% del PIL. Anche se assorbono una frazione relativamente modesta dell’economia cinese, le prestazioni pensionistiche rappresentano comunque un fardello non di poco conto per dipendenti e datori di lavoro. L’entità dei tassi di contribuzione stimola l’evasione nell’ambito del sistema di base, e di conseguenza aumenta il deficit che il governo deve colmare.
Nel frattempo nelle campagne cinesi la maggioranza dei lavoratori, per la vecchiaia, continua a contare sull’aiuto della famiglia allargata. All’inizio degli anni Novanta il governo ha istituito un sistema di risparmio per le pensioni dei lavoratori rurali; si tratta però di un’iniziativa limitata, su base volontaria e finanziata quasi interamente dai beneficiari. Il tasso di copertura è basso (nel 2002 ha aderito appena l’11% della forza lavoro rurale) e i contributi ridotti. La maggioranza dei partecipanti versa il minimo di 2 yuan (25 centesimi di dollaro) al mese, cosicché il totale versato ammonta ad appena l’1% dei contributi totali al regime pensionistico di base dei lavoratori urbanizzati. Oltre al piano pensioni, esistono programmi assistenziali rurali rivolti agli anziani indigenti, tra cui il programma detto “dei tre né”, per gli anziani che non hanno né parenti, né soldi, né la capacità fisica di lavorare. Si tratta però di programmi di dimensioni molto limitate, per cui oggi, nelle zone rurali meno del 10% degli anziani indigenti riceve un qualsiasi tipo di aiuto pubblico.
Anche se le pensioni sono sempre state rare nelle campagne cinesi, finora la maggior parte della popolazione ha potuto contare sulla copertura sanitaria di base. Nel corso degli anni Sessanta e Settanta, nove contadini su dieci avevano accesso a cure mediche sovvenzionate prestate in cliniche rurali dai famosi “medici a piedi nudi”. Le cliniche, originariamente gestite dalle collettività rurali cinesi, furono tra le prime vittime delle riforme economiche: la maggior parte chiuse i battenti dopo l’abolizione delle aziende collettive, avvenuta negli anni Ottanta. Nel 1998, ultimo anno su cui si hanno informazioni, meno del 10% della popolazione rurale aveva accesso all’assistenza sanitaria finanziata dal governo.7
L’erosione della copertura sanitaria non si limita alle campagne: anche se nelle città la percentuale della forza lavoro che usufruisce dell’assicurazione sanitaria pubblica rimane stabile, le prestazioni offerte non riescono a tenere il passo con l’aumento dei costi per le cure. Nel 1990 le famiglie cinesi pagavano di tasca propria solo il 36% delle spese mediche; nel 2002 si era saliti al 58%: uno sviluppo assolutamente infausto per una Cina che invecchia.
6 China in the World Economy: The Domestic Policy Challenges (OCSE; 2002); e (in giapponese) Le conseguenze della riforma della previdenza in Cina (Masanobu Otsuka and Japan Center for Economic Research; 2002).
7 Research on National Health Services — An Analysis Report of the Second National Health Services Survey in 1998 (Ministero della salute, RPC; 1999).
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