QUADERNI EUROPEI SUL NUOVO WELFARE

Sviluppo demografico e rischio morale: l’assicurazione sanitaria con conti di risparmio sanitari

3. I Conti di Risparmio Sanitari dal punto di vista della teoria economica

La letteratura spesso tratta dei Conti di Risparmio Sanitari esclusivamente in relazione agli aspetti legati alle economie di costo. Tuttavia, al di là di questo aspetto, sono rinvenibili due approcci teorici distinti. Innanzitutto gli MSA controbilanciano il fenomeno del rischio morale nei sistemi di assicurazione sanitaria, in secondo luogo fanno fronte alle sfide future poste dallo sviluppo demografico.

3.1. Come affrontare il problema dei comportamenti caratterizzati da rischio morale

Il problema fondamentale di tutte le manifestazioni del rischio morale è dato dalla diminuzione di benessere causata dalla mancanza di distribuzione ottimale secondo Pareto. Nei sistemi sanitari, tale diminuzione si manifesta in forme diverse. Da una parte è causa dell’aumento della spesa sanitaria, dei contributi assicurativi e, di conseguenza, della maggiore entità della ridistribuzione di fondi di auto-assicurazione dai non-fruitori ai fruitori delle relative prestazioni. Quindi i costi della sanità sono maggiori di quanto non sarebbe effettivamente necessario e la distribuzione delle risorse risulta inefficiente. Inoltre, Weisbrod (1991) sostiene che i progressi nella medicina e nelle tecnologie mediche hanno puntato nella direzione sbagliata a causa dei sistemi di assicurazione sanitaria che offrono ampia copertura in termini di prestazioni e dei problemi che ne derivano quanto al rischio morale. La spiegazione risiede nel fatto che la ricerca e lo sviluppo risultano fortemente influenzati dalle applicazioni pratiche previste dal regime di assicurazione, che a loro volta sono maggiori nei casi in cui la copertura assicurativa è molto estesa. Poiché le risorse dei regimi di assicurazione malattia più generosi sembravano praticamente illimitate, spesso sono state promosse tecnologie che in realtà rappresentavano un progresso minimo dei servizi sanitari (Weisbrod, 1991). Esistono diversi studi secondo i quali la perdita di benessere determinata dal rischio morale è talmente elevata che potrebbe addirittura superare il saldo positivo in termini di benessere risultante dalla mutualizzazione della protezione dai rischi (Feldman e Dowd, 1991; Manning e Marquis, 1996).
La perdita di benessere derivante dal rischio morale nelle assicurazioni dipende dall’elasticità individuale dei prezzi dell’assicurato, come illustrato alla Figura 1.
P1 rappresenta il prezzo di mercato (cioè il prezzo che dovrebbe pagare chi non è assicurato). Grazie a un’assicurazione multirischio senza contributi alle spese sanitarie, dal punto di vista dell’assicurato il prezzo si riduce quasi a zero perché non deve essere pagato direttamente. Nella I parte della Figura 1 la domanda di beni sanitari, nel caso di un’assicurazione multirischio che comporta un prezzo quasi nullo, rimane costante.
D’altro canto, nella II parte della Figura 1 la domanda di beni sanitari in relazione al quasi-prezzo aumenta da zero al punto di saturazione, da Q1 a Q3, perché l’elasticità del prezzo è relativamente alta. Quindi, nella II parte, vengono richiesti servizi sanitari la cui utilità marginale rimane inferiore al prezzo di mercato. Il numero ottimale di Pareto dei servizi sanitari verrebbe raggiunta al punto E. Quando ciò avvenisse, ne conseguirebbero spese per un ammontare pari a 0P1EQ1, mentre all’ammontare Q3 le spese affrontate sarebbero pari a 0P1CQ3. La perdita di benessere derivante dal rischio morale viene indicata chiaramente dal triangolo tratteggiato ECQ3. Con l’introduzione di un contributo proporzionale alle spese sanitarie del 50%, il quasi-prezzo salirebbe a P2 e, di conseguenza, l’ammontare scenderebbe a Q2. La restante perdita di benessere corrisponderebbe dunque solo a EBD.
Quindi le perdite di benessere tendono a ridursi notevolmente se la copertura assicurativa viene limitata a una parte considerevole dei settori della domanda caratterizzati da prezzi inelastici. Al fine di garantire una disponibilità adeguata di risorse e poter soddisfare la domanda di servizi medici, si possono utilizzare i Conti di Risparmio Sanitari per finanziare i settori che prevedono prezzi elastici. In questo modo è possibile risolvere la divergenza di obiettivi che contraddistingue il rischio morale e la disponibilità di risorse.

Figura 1: Domanda di servizi sanitari in relazione all’elasticità del prezzo.
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Poiché i soggetti assicurati da un sistema di Conti di Risparmio Sanitari sono chiamati a finanziare parte delle spese mediche per mezzo di fondi da essi stessi risparmiati, si ottiene una maggiore consapevolezza dei costi, si riduce il rischio morale e si raggiunge una distribuzione delle risorse più efficiente. Tale accresciuta attenzione destinata ai costi si può manifestare innanzitutto in una maggiore consapevolezza dell’importanza della prevenzione, e quindi ridurre ex ante la possibilità di comportamenti caratterizzati da rischio morale; in secondo luogo può avere ricadute immediate sulla fornitura di servizi e quindi ridurre ex post i comportamenti che comportano rischio morale.

3.2 Come affrontare il problema dell’aumento dei costi derivante dallo sviluppo demografico

In molti sistemi sanitari europei, il problema demografico si fa particolarmente sentire. Da una parte la popolazione sta invecchiando, dall’altra nascono meno bambini. Di conseguenza sta crescendo con costanza la percentuale della popolazione che supera i 60 anni di età (o la cui attività non è più remunerata). Tuttavia, sia i sistemi sanitari a base contributiva, sia quelli finanziati dalle tasse funzionano in virtù di una ridistribuzione generazionale. La gran parte dei contributi o del gettito fiscale viene finanziata dai cittadini che lavorano e vengono remunerati. Di conseguenza, servizi sanitari sempre maggiori devono essere finanziati da un numero decrescente di lavoratori remunerati.
Un’altra ragione per cui sarebbe utile introdurre i Conti di Risparmio Sanitari per integrare il sistema deriva dal fatto che è possibile accumulare capitali individuali grazie alle risorse inutilizzate rimaste nei conti, che possono fungere da riserve finanziarie per coprire le spese sanitarie degli anziani. Introducendo gradualmente i Conti di Risparmio Sanitari e, di conseguenza, riducendosi la parte del sistema finanziata dai contributi o dal gettito fiscale, si ridurrà la ridistribuzione generazionale per sostituirla con una ridistribuzione intertemporale. Maggiore è la percentuale delle spese sanitarie finanziate dai Conti di Risparmio Sanitari, minore risulta la portata della ridistribuzione generazionale che, nel caso di una popolazione che invecchia, determina l’aumento delle spese mediche.
Questo effetto viene ulteriormente rafforzato nella misura in cui gli utili derivati dai capitali investiti superano quelli maturati in seno al sistema finanziato dai contributi o dal fisco. Tale vantaggio diventa percepibile quando gli interessi maturati superano il tasso di crescita delle retribuzioni totali, che si ottiene sommando i tassi di crescita degli occupati e il tasso di crescita dei pagamenti. Tutto ciò si applica soprattutto ai Paesi industrializzati caratterizzati dal calo demografico, dove molti mercati sono saturi, e quindi si ha un aumento dei salari minimo.
La letteratura che tratta dell’impatto effettivo sulla spesa sanitaria sia dello sviluppo demografico che dei comportamenti caratterizzati da rischio morale è controversa e varia a seconda dei Paesi (Jacobzone, 2003). Tuttavia l’esistenza di entrambi i problemi non è in discussione. A seconda degli obiettivi e della strutturazione dei Conti di Risparmio Sanitari nelle diverse nazioni è possibile applicare entrambi gli approcci in maniera più o meno decisa.


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